La Nuova Sardegna

Il governatore Pigliaru al presidente Mattarella: «Lo Stato ci ascolti»

Simonetta Selloni
Il presidente della Repubblica a Ghilarza
Il presidente della Repubblica a Ghilarza

Insularità, trasporti, servitù e accantonamenti: ecco l'elenco delle priorità

03 ottobre 2017
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GHILARZA. Una visita privata alla Casa Museo Gramsci; poi un incontro pubblico all'auditorium comunale per la presentazione dell'ottavo volume dell'Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci. Questi i due momenti dell'omaggio che il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto rendere al politico e filosofo, nell'ottantesimo anniversario della sua morte. A Ghilarza Gramsci visse gli anni della sua giovinezza, tra il 1809 e il 1914. Il presidente della Repubblica è arrivato nel pomeriggio, accompagnato dal governatore della Sardegna Francesco Pigliaru, dopo aver inaugurato in mattinata a Cagliari l'anno accademico dell'Ateneo.

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L'intervento di Pigliaru. Se la visita a Casa Gramsci si è svolta quindi lontano da telecamere e curiosi, l'appuntamento all'auditorium comunale è diventato un momento di intenso confronto politico tra la Regione, attraverso l'intervento del governatore Francesco Pigliaru, e il Capo dello Stato. Pigliaru ha riportato viva l'attenzione sulla vertenza Sardegna.

«Statuto speciale violato». «Gli accantonamenti ci vengono imposti dal 2012 in modo perpetuo, senza scadenza. Da allora circa 700 milioni di euro l'anno sono sottratti alle politiche di sviluppo e crescita che ci sono necessarie. Entrate che vengono progressivamente ridotte violando in modo sistematico e unilaterale l'articolo 8 dello Statuto speciale. Le rivolgo, Presidente, un appello a garantire una leale collaborazione tra i diversi livelli di governo per superare una situazione che riteniamo non più accettabile».

L'insularità. È un "costo di cittadinanza", dato dalla condizione geografica di isola periferica. Pigliaru: «Abbiamo mostrato in quale misura questa condizione viola il principio di uguaglianza. Non chiediamo anacronistici protezionismi, come non li chiedeva Gramsci per risolvere la questione meridionale». A Mattarella, la richiesta che «lo Stato ci affianchi con determinazione di fronte alle istituzioni europee in questa rivendicazione per noi fondamentale».

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