La Nuova Sardegna

«Metano e turismo per far crescere l’isola»

di Gianna Zazzara
«Metano e turismo per far crescere l’isola»

Le priorità di Giuseppe Ruggiu, presidente di Confindustria centro-nord  «No alle colate di cemento, ma gli hotel devono migliorare la qualità dell’offerta»

03 ottobre 2017
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SASSARI. «Basta con il no a tutto. Lavoro, ambiente e impresa devono convivere. Solo così la Sardegna può crescere e dare speranza ai giovani che vogliono vivere e lavorare qui». Giuseppe Ruggiu, 53 anni, imprenditore edile, di Oristano, è il nuovo presidente della Confindustria centro-nord Sardegna. Dopo la fusione, un anno fa, tra le associazioni degli industriali di Sassari e di Oristano, Ruggiu ha preso il testimone dal thiesino- sassarese Pier Luigi Pinna. Guiderà la Confindustria del nord Sardegna fino alle prossime elezioni, in programma a novembre 2018. «Sono molto soddisfatto per questa aggregazione, ora l’obiettivo è quello di un’unica Confindustria regionale». Anche perché i problemi di chi vuole fare impresa sono uguali in qualsiasi parte della Sardegna: a Olbia, Sassari, Nuoro, Cagliari e Oristano. Si parte dal costo dell’energia («La mancanza di metano ci costa 430 milioni di euro l’anno») ai trasporti («Far partire le merci verso il resto del mondo è una vera e propria impresa») fino ai collegamenti interni («Le ferrovie sono abbandonate da decenni, un turista che vuole andare da Sassari a Cagliari può impiegarci anche un giorno, questo è il turismo in Sardegna » ).

Il metanodotto. Da dove partire allora? «Innanzitutto bisogna realizzare il metanodotto, è questa la vera priorità. Siamo l’unica regione a non avere il metano e questo rende le aziende sarde non competitive dal momento che l’energia ci costa il 30 per cento in più rispetto al resto dell’Italia. Con l’arrivo del metano le aziende saranno finalmente competitive. Ci sarebbero inoltre notevoli benefici dal punto di vista occupazionale, sia direttamente, durante i lavori di costruzione delle rete, sia indirettamente per il recupero di competitività del nostro sistema economico. Senza contare che, con l’arrivo del metano, molte imprese potrebbero decidere di trasferire la loro sede in Sardegna». Gli ambientalisti, però, non sono d’accordo e si stanno già mobilitando contro il progetto di metanizzazione dell’isola che prevede la costruzione di una rete lunga 404 chilometri su tutto il territorio regionale. «Dicono no, a prescindere. Dicono no a tutto. Dicono che i rigassificatori che dovranno sorgere a Sarroch e a Porto Torres sono troppo impattanti, che i depositi costieri sono pericolosi. Purtroppo questo è un atteggiamento che ha bloccato la crescita dell’isola, per decenni. Non si può continuare così – sbotta Ruggiu – Vorrei ricordare agli ambientalisti che noi imprenditori siamo i primi ad avere a cuore la salute dei nostri dipendenti e la tutela dell’ambiente. Forse nei loro occhi hanno ancora l’immagine dei vecchi imprenditori che hanno fatto disastri nell’isola, quelli che sono arrivati in Sardegna, hanno preso i contributi e poi sono scappati lasciando migliaia di lavoratori nella disperazione. Oggi gli imprenditori sanno bene che devono tutelare il territorio, anche perché la Sardegna vive di turismo».

Turismo. Per il neo presidente della Confindustria centro-nord Sardegna bisogna pensare a sviluppare l’offerta turistica. «Quest’anno la stagione è andata bene ma bisogna aumentare quel 5 per cento del Pil che il turismo rappresenta per la Sardegna». Anche in questo caso per Ruggiu bisogna trovare una via di mezzo. «Noi imprenditori diciamo no alle colate di cemento, ma bisogna dare l’opportunità agli albergatori di migliorare l’offerta turistica: ora i turisti vogliono le spa, le piscine, servizi all’altezza del resto del mondo, altrimenti non ritornano. Il problema è che, anche in Regione, c’è chi vuole preservare a oltranza il territorio. È sempre lo stesso problema: si dice no a ogni cambiamento, a ogni tentativo di innovazione, è questo il male della Sardegna. Bisogna preservare l’ambiente, è giusto, ma bisogna anche dare nuove occasioni di lavoro, perché il lavoro è dignità e libertà, non bisogna dimenticarlo. Ma sembra che la parola “lavoro” non interessi nessuno. Ho un esempio recente. A Oristano un’impresa ha proposto un progetto turistico che prevedeva la costruzione di un albergo con campi da golf, piscina, servizi di benessere. Gli ambientalisti si sono scandalizzati e hanno bocciato il progetto. Sono nati anche diversi comitati dei cittadini per il no».

Lavoro. «Ma se si dice di no a tutto, se si dice no al rigassificatore perché inquina, all’albergo che distrugge il paesaggio, all’industria che mette in pericolo la salute, allora tutto si ferma. Invece bisogna trovare una via di mezzo, perché questa regione ha bisogno di crescita economica. Basta con l’assistenzialismo. Bisogna dare una speranza ai lavoratori che perdono il lavoro. Bisogna aiutarli a costruirsi un futuro dando loro un’adeguata formazione professionale. Anche perché il posto statale, il posto fisso ormai è una chimera. E i giovani lo hanno capito. Sono tantissimi i giovani sardi, spesso laureati, che si lanciano in nuove attività, anche nell’agricoltura. Confindustria da 8 anni, ormai, organizza un salone di orientamento per chi desidera fare l’imprenditore. Noi la nostra parte la stiamo facendo, ora spetta alla politica».

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