La Nuova Sardegna

Chiesto il rinvio a giudizio per i 6 ex di Rifondazione

di Mauro Lissia
Chiesto il rinvio a giudizio per i 6 ex di Rifondazione

Uras, Davoli, Fadda, Lanzi, Licheri e Pisu saranno il 5 dicembre davanti al gup Per il pm Cocco l’accusa è di peculato continuato per l’uso improprio delle risorse

04 ottobre 2017
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CAGLIARI. Vanno davanti al giudice dell’udienza preliminare anche i sei ex consiglieri che tra il 2004 e il 2009 facevano parte del gruppo politico regionale di Rifondazione comunista per i quali il pm Marco Cocco ha chiesto il rinvio a giudizio. L’appuntamento è per il 5 dicembre, l’accusa è di peculato continuato per essersi appropriati o aver usato impropriamente i fondi che la presidenza dell’assemblea di via Roma destinava all’attività istituzionale dei gruppi. Il nome di punta è quello di Luciano Uras (63 anni) di Cagliari, attualmente senatore eletto nella lista di Sel. Con lui dovranno presentarsi davanti al giudice Ciriaco Davoli (68 anni) di Orune, Giuseppe Fadda (73) di Serramanna, Paola Lanzi (41) di Samassi, Paolo Antonio Licheri (53) di Banari e Ignazio Paolo Pisu (71) di Laconi. Difesi dagli avvocati Paolo Sestu, Gianluca Grosso, Antonella Piredda, Pina Zappetto e Luigi Concas, i sei indagati hanno posizioni diverse e dovranno far fronte a contestazioni diverse. Davoli, che è stato a lungo il tesoriere del gruppo, è chiamato a spiegare come è stato speso il milione e 55 mila euro transitato sui conti correnti del Banco di Sardegna e del Banco di Sassari intestati a Rifondazione e a se stesso. Si tratta, così come è avvenuto in altri gruppi politici, di assegni e prelievi allo sportello riferiti a Davoli e agli altri consiglieri del gruppo, di cui il tesoriere-amministratore autorizzava le spese. Uras deve rispondere di una cifra pari a 74630 euro, anche lui in parte nel ruolo di tesoriere che ricoprì successivamente a Davoli. A Fadda la Procura contesta 21714 euro spesi o comunque non rendicontati tra il 5 ottobre 2004 e il 28 giugno 2007, mentre Paola Lanzi deve rispondere di una cifra decisamente inferiore: sono 5168 euro di cui non risultano i giustificativi, accreditati sul suo conto tra dicembre 2004 e marzo 2007. Licheri deve rispondere di 32878 euro riferiti allo stesso periodo, mentre a Pisu il pm Cocco ha presentato un “conto” di 38966 euro utilizzati tra novembre 2004 e maggio 2008. Agli atti dell’indagine condotta dalle sezioni di polizia giudiziaria dei Carabinieri e della Guardia di Finanza non risultano per quanto riguarda il gruppo di Rifondazione giustificativi di spesa o altri atti che indichino con chiarezza e con riferimenti precisi ai tempi la destinazione delle somme accreditate sui conti del gruppo e dei singoli consiglieri. Secondo la Procura è sufficiente che manchi la prova documentale della spesa e della compatibilità della spesa con gli scopi istituzionali stabiliti dalla legge perchè si integri il reato di peculato.

A tutti gli indagati è stato notificato a suo tempo l’avviso di chiusa indagine ma nessuno di essi ha scelto di farsi interrogare o di presentare memorie difensive. La posizione degli ex esponenti di Rifondazione è speculare a quella della stragrande maggioranza dei consiglieri fin qui coinvolti nel procedimento-monstre sull’uso illegale dei fondi destinati ai gruppi politici, che partito dalla Sardegna si è allargato alle procure e ai tribunali di mezza Italia, con la piena conferma anche da parte della Corte di Cassazione dell’impianto accusatorio sostenuto prima dal procuratore aggiunto Mario Marchetti e poi dal sostituto Cocco.

Il gruppo di Rifondazione è entrato nell’indagine- partita dagli esposti della funzionaria Ornella Piredda - insieme ad altri 21 tra consiglieri ed ex consiglieri regionali, che sono stati mandati quasi tutti a giudizio in più fasi. Ora mancano all’appello soltanto i 25 onorevoli regionali del gruppo Pd - nella fase iniziale dell’inchiesta erano 33 - per chiudere l’inchiesta sulla legislatura Soru. Il 10 ottobre dovranno presentarsi davanti al gup 15 consiglieri capeggiati dal gruppo dell’Ups, due giorni dopo sarà il turno del gruppo di An con in testa il giornalista Ignazio Artizzu e ventiquattr’ore più tardi sarà la volta dell’ex presidente del gruppo di centrodestra Mario Diana, che viene processato col rito immediato ma è coinvolto anche in un’altra tranche dell’inchiesta con le stesse accuse. Il 28 novembre è in programma la discussione sulla posizione di Francesca Barracciu davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale. Altri appuntamenti riguardano Sanciu, la Lombardo e Contu (12 gennaio 2018) e Giacomo Sanna il 18 gennaio successivo.

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