La Nuova Sardegna

Usura, allarme Eurispes: nella morsa il 12 per cento delle famiglie sarde

Usura, allarme Eurispes: nella morsa il 12 per cento delle famiglie sarde

Quasi 2,4 miliardi di euro il debito che coinvolge cittadini e imprese

06 ottobre 2017
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CAGLIARI. Il 12% delle 724mila famiglie sarde ha fatto ricorso agli usurai per ottenere prestiti in media di 10mila euro, generando un debito complessivo di 1,9 miliardi di euro. Il dato allarmante arriva dalle stime elaborate dall'Eurispes in collaborazione con il Coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura del ministero dell'Interno. Secondo l'analisi, il debito complessivo è di 2.392 milioni di euro a fronte di 1.087 milioni, in pratica oltre il doppio.

L'area a maggior rischio usura è Sassari con il 72,79% - dato rilevato dall'Indice rischio usura ed elaborato poi dall'Eurispes - seguita a ruota da Cagliari (65,16%) e Nuoro (62,43%), mentre Oristano registra la percentuale più bassa (40,93%). Anche le imprese finiscono nella rete del racket. Nell'Isola si stima che il 10% delle 33.939 aziende agricole censite si sia rivolta ad usurai con una richiesta media di 30 mila euro, per un ammontare complessivo di 101 milioni di euro prestati e 224 milioni restituiti. Più alta la cifra richiesta dal 10% delle delle 78.069 aziende di commercio: in media 15mila euro, generando 117 milioni prestati e 257 restituiti dalle vittime.

A differenza di altre territori in Italia, in Sardegna - rileva Eurispes - non si segnalano attività di organizzazioni criminali legate all'usura. Sono invece diffuse l'usura di «vicinato», caratterizzata da una vicinanza diretta dell'usuraio alla propria clientela, con prestiti a breve scadenza diretti a famiglie di lavoratori ma anche a pensionati; l'usura di «quartiere», più stabile della precedente, basata su una disponibilità finanziaria maggiore, ma ancora senza le caratteristiche dell'investimento.

Assimilabile all'usura di quartiere è l'usura fra «colleghi» che coinvolge soggetti prestatori di soldi a breve scadenza senza il ricorso a metodi di sopraffazione; il terzo segmento è quello dei fornitori di merci alle imprese locali, cioè dei grossisti che forniscono un'assistenza globale a piccoli commercianti o artigiani, anticipando loro le spese per la costituzione del magazzino. In questo segmento, si può inserire l'usura tra commercianti rappresentata dal prestito tra colleghi.

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