La Nuova Sardegna

Lolli: non ho mai pagato tangenti

di Mauro Lissia
Lolli: non ho mai pagato tangenti

L’inchiesta sul fotovoltaico: parla il dirigente emiliano. Pinna non risponde al gip

07 ottobre 2017
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CAGLIARI. «Mai pagata alcuna tangente a Galantuomo, Copparoni e Pinna»: a parlare è Gianni Lolli, il dirigente della Ccc di Bologna, la potente coop che si è aggiudicata l’appalto per i primi lotti dell’impianto fotovoltaico di Ottana grazie - secondo quanto sostengono la Procura di Cagliari e la Polizia tributaria di Oristano - a una gara truccata. Le parole del manager sono contenute nel verbale d’interrogatorio del 16 novembre 2016, il giorno in cui Lolli decise di presentarsi spontaneamente agli uffici della polizia giudiziaria con l’avvocato Matteo Pinna per cercare di chiarire la posizione di indagato per corruzione aggravata insieme agli altri quattro, come lui finiti ai domiciliari martedì scorso su ordine del gip Giuseppe Pintori. Davanti ai finanzieri Lolli ammette di conoscere Renato Copparoni e ricorda di aver partecipato ad alcuni incontri a Cagliari con Davide Galantuomo e Tore Pinna. Ma circoscrive il proprio ruolo a quello del rappresentante della Ccc, impegnato ad affrontare «difficoltà sorte con riferimento alla traduzione di alcune schede tecniche». È strano che Galantuomo, se i ricordi di Lolli sono attendibili, abbia accettato di incontrare il dirigente di una società coinvolta in una gara d’appalto indetta dall’Enas, di cui l’ex sindaco di Quartu era amministratore. Ma le stranezze non finiscono qui: quando la polizia giudiziaria gli legge alcuni passaggi delle conversazioni intercettate tra lui, Pinna e Copparoni la memoria di Lolli s’inceppa e il dirigente non riesce a ricordare perché in quelle telefonate si parlasse di una fattura: «Non so spiegare il riferimento a una fattura che io avrei fatto nel corso della conversazione con Salvatore Pinna - è scritto nel verbale d’esame - quanto alla conversazione del 28 novembre 2014 tra me e Renato Copparoni non so spiegare il riferimento al bonifico sollecitato da Copparoni». Buio pesto anche quando gli viene domandato con chi avrebbe dovuto parlare del bonifico: «Non so rispondere, forse dovevo parlare del ritardo nell’approvazione del progetto con Betti (Luigi Betti, dirigente della Ceif, consorziata con Ccc, ndr)». Di questi elementi che Lolli non ricorda sono stati i pm Emanuele Secci e Gaetano Porcu a dare una spiegazione, confermata dal gip Pintori: la fattura sarebbe quella emessa dalla Essepì Engineering di Pinna per coprire la tangente da 135 mila euro concordata in cambio della vittoria della gara d’appalto, il bonifico sollecitato da Copparoni sarebbe la prima tranche della somma versata nelle tasche della cricca: 90 mila euro da spartire in tre, dopo una lunga e faticosa trattativa. Il resto dell’interrogatorio è il racconto di alcuni viaggi tra Bologna e Cagliari per incontrare Pinna e Copparoni, con l’idea di rientrare in gioco nella gara d’appalto per l’ex mulino Guiso Gallisai a Nuoro e di partecipare a «possibili nuovi lavori per conto di Enas» dei quali - riferisce Lolli - gli parlò Galantuomo». Si trattava di due gare da 55 e da 40 milioni, Pinna «si presentò e mi propose il suo studio per eventuali incarichi». E Galantuomo disse di Pinna che «aveva elevate conoscenze e competenze in Sardegna e che questo mi sarebbe stato di aiuto per entrare in sintonia con gli amministratori locali». Intanto Tore Pinna, sentito ieri per rogatoria dal gip di Oristano insieme all’avvocato Leonardo Filippi, ha scelto di non rispondere alle domande.

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