La Nuova Sardegna

Il ministro della Giustizia: «Più agenti nelle carceri»

Il ministro della Giustizia: «Più agenti nelle carceri»

Andrea Orlando a Isili annuncia tre milioni per il lavoro nelle colonie penali

08 ottobre 2017
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ISILI. «Il lavoro è lo strumento principale per il reinserimento dei detenuti. Farli lavorare è un vantaggio per loro e per la società. È l’unico modo per evitare che tornino a delinquere, una volta scontata la pena». Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ieri, da Isili, dove ha visitato la colonia penale agricola, ha presentato il progetto “Liberamente” che punta a valorizzare proprio le colonie penali.

«Le colone agricole penali sono un patrimonio prezioso non solo per il sistema carcerario italiano ma per l’intera società, un patrimonio che è anche occasione per dare concretezza a uno dei pilastri della riforma dell’esecuzione penale, il lavoro».

Come ha ricordato il ministro «il lavoro è il primo ponte di inclusione che fa parte di un'idea del carcere in grado di superare un muro di indifferenza che lo separa dalla società. Per questo abbiamo deciso di investire, con interventi di riqualificazione edilizia, sulle tre colonie presenti sul territorio sardo, per un importo di circa 3 milioni di euro, già approvati dal ministero delle Infrastrutture».

Il progetto “Liberamente”. Un progetto ambizioso quello presentato dal ministro della Giustizia che riguarda le colonie di Is Arenas, Mamone e Isili. «Il progetto coinvolge cinque Regioni, inclusa la Sardegna. L’obiettivo è incentivare la dimensione lavorativa come alternativa concreta al reato. Gli studi in materia dimostrano, infatti, che tra le persone private della libertà che hanno opportunità lavorative, l’incidenza della recidiva è assai inferiore rispetto a quelle che non vi accedono. Allo stesso tempo i dati relativi al lavoro carcerario indicano come meno del 30% della popolazione detenuto svolga questo tipo di attività». Per Andrea Orlando, inoltre, «oggi più inclusione significa più sicurezza: la detenzione in cella, senza la possibilità di accedere ad alcuna attività, rende più insicura tutta la società, perché alimenta un circolo vizioso». Ecco perché, ha concluso Orlando, «le esperienze delle colonie penali agricole devono essere valorizzate, soprattutto in Sardegna». Non solo. «La Regione, nell’ultima finanziaria, ha stanziato un apposito fondo di 1 milione di euro per favorire l’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti», ha ricordato l’assessore regionale al Lavoro Virginia Mura.

La carenza di organici. Il ministro Orlando è poi intervenuto sul tema del sovraffollamento delle carceri e sulla carenza di agenti, come hanno più volte denunciato i sindacati. «Stiamo provvedendo nei prossimi mesi all'immissione di 2000 unità, complessivamente, per far fronte alla carenza di organici nelle carceri. Il tema che va affrontato, però, è il rapporto tra quante persone lavorano nei reparti e quante negli uffici. È in discussione il decreto sulla mobilità, perché si è creato uno squilibrio nel corso degli anni. Questo, naturalmente, non ci esime dal cercare ulteriori soluzioni», ha concluso il ministro.

Sul fronte degli organici nelle carceri risulta in Sardegna una carenza di 534 unità: gli agenti della Penitenziaria sono mille e 300 invece dei previsti 1.834, con problematiche che si riservano anche sul loro lavoro. Ma c’è di più. Sempre più spesso gli agenti devono affrontare mille difficoltà. L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa nel carcere di Uta: alcuni detenuti hanno distrutto le celle di isolamento nelle quali erano ristretti. Nelle carceri sarde, comunque, non c’è sovraffollamento. Il problema è soprattutto l’impossibilità per i detenuti di lavorare. La maggior parte di loro trascorre in cella 20 ore su 24, con conseguenze negative soprattutto in presenza di disturbi psichici e tossicodipendenze.

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