La Nuova Sardegna

Da Sassari a Caprera nasce il circuito dei giardini storici

di Simonetta Selloni
Da Sassari a Caprera nasce il circuito dei giardini storici

La presentazione al parco San Leonardo di Santu Lussurgiu La rete dovrà fare sistema con i borghi e i percorsi del vino

09 ottobre 2017
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INVIATA A SANTU LUSSURGIU. C’è un che di magnifico e di visionario nella prospettiva di Judith Wade, una signora scozzese che, in Italia nel 1997, ha fondato il network Grandi Giardini italiani. Ossia, la volontà di quotare in Borsa il network, che a oggi conta su 123 giardini, 8 milioni e mezzo di biglietti staccati l’anno con costi che variano dai 5 ai 10 euro a ingresso. Nessuno dei sette giardini storici attualmente riconosciuti in Sardegna fa parte di quel network, ma i prodromi di un progetto che trasuda di storia e bellezza da mettere a sistema, fanno ora parte di una rete vera a propria. “Giardini storici di Sardegna”, è il nome della rete, nata ieri a Santu Lussurgiu, il comune capofila, con il suo parco storico di San Leonardo, di un network che racchiude un viaggio tra le eccellenze botaniche e paesaggistiche dell’isola. Questa rete conta ora su un protocollo siglato tra Regione (assessorato al Turismo), i sette comuni coinvolti, l’Unione dei Comuni del Marghine, il Polo museale della Sardegna, l’Università di Sassari e Forestas. Dotazione finanziaria iniziale, 70mila euro.

I Giardini. Sono, oltre al Parco di San Leonardo de Siete Fuentes a Santu Lussurgiu, l’Orto botanico a Cagliari, il Parco Aymerich a Laconi, l’Isola giardino a Caprera, il Parco di Badde Salighes a Bolotana, il Parco Monserrato a Sassari, il Giardino degli agrumi nel parco Pernis-Vacca e la Vega di Palazzo Boyl a Milis. Tutti sorti entro l’800, tutti fruibili. È l’inizio di un percorso aperto: lo ha detto l’assessore regionale al Turismo Barbara Argiolas, L’obiettivo è coinvolgere altre importanti aree storiche del territorio.

Il biglietto da visita. «Per la prima volta la Sardegna può utilizzare come biglietto da visita parti particolarmente pregiate del territorio», Lo ha detto Antonino Soddu Pirellas, ricercatore di Agris e ideatore del progetto. Si può così far fruttare il marchio più forte che ha l’isola, ossia il nome Sardegna, come ha ricordato l’assessore Argiolas.

Un turismo dedicato. «Vogliamo entrare nel circuito della valorizzazione delle risorse naturalistiche in grado di promuovere sviluppo turistico nei nostri territori», ha detto il sindaco di Santu Lussurgiu Diego Loi. L’assessore Argiolas ha specificato che la creazione del network dei Giardini storici è dentro le politiche che questa Giunta promuove per puntare su nuove offerte turistiche che vadano oltre il mare. «Non che non vogliamo il turismo da picchi, ma crediamo nella necessità di farci scegliere appositamente per l’offerta culturale, paesaggistica, dell’accoglienza». Un sistema interconnesso con i borghi di eccellenza, i percorsi del vino, il turismo religioso.

Risorse da dissotterrare. Come tradurre bellezza e paesaggio in economia? I suggerimenti concreti di Carlo Marcetti, docente di Economia del Turismo, riguardano il lato pratico che deve dare gambe alla progettualità. Intanto il richiamo alla gestione professionale dei siti, con il ricorso a figure con una visione dell’impresa del bello per far fruttare enormi risorse «da dissotterrare». C’è una difficoltà oggettiva nel trarre guadagno diretto da luoghi ad esempio non sottoposti a controllo, come il Parco di San Leonardo dove chiunque può entrare. Ecco perché la gestione deve necessariamente legarsi al territorio. «I borghi che ospitano i Giardini storici devono diventare punto di riferimento e di attrazione per i turisti». C’è un’economia importante alla quale affacciarsi, che svincola il progetto dall’assistenzialismo e libera il partner pubblico dalla necessità di dover sostenere il costo d’impresa». Un’isola turistica 12 mesi l’anno. Bisogna crederci, oltre il protocollo. Ci devono credere le comunità, alle quali la Regione e il network riaffidano il compito di motore economico e turistico. Se non si vuole che quelle firmate ieri siano soltanto altre carte.

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