La Nuova Sardegna

La Chiesa coi minatori di Olmedo

La Chiesa coi minatori di Olmedo

Oggi i vescovi Saba e Morfino porteranno la loro solidarietà agli operai

10 ottobre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OLMEDO. La Chiesa si schiera al fianco dei minatori di Olmedo. Stamattina alle 10 l’arcivescovo di Sassari monsignor Gianfranco Saba e il vescovo della diocesi Alghero-Bosa Mauro Maria Morfino incontreranno i minatori che occupano da oltre mese la miniera di bauxite del centro del sassarese.

«Non solo tutto il territorio con gli amministratori locali è unito nella vertenza – sottolinea Simone Testoni, segretario generale Ugl chimici – ma anche la Curia con i suoi esponenti sostiene la rivendicazione dei minatori che dal 4 settembre occupano il giacimento».

L’ultimo atto della vertenza si è consumato la scorsa settimana con il muro contro muro tra la Regione e gli operai per l’anomalia nel pompaggio dell’acqua dal sottosuolo. I minatori chiedono che a intervenire siano i tecnici regionali con la polizia mineraria, mentre la Regione ha replicato che gli unici tecnici a poter intervenire sono quelli dell’azienda che ha rinunciato alla concessione mineraria, la Elmin. I 28 minatori, in occupazione permanente del giacimento di bauxite, attendono ancora di conoscere quale sarà il proprio futuro occupazionale. La Regione deve gestire la fase di transizione che dovrebbe portare alla riapertura dell’attività estrattiva. Dopo la rinuncia della concessione da parte della Elmin, si è fatto avanti un nuovo potenziale investitore, la Futura. Spetta alla Regione regolamentare il passaggio di testimone e nel frattempo gestire anche la situazione lavorativa dei 28 operai. Cinque dei quali sono rimasti senza ammortizzatori sociali, mentre per gli altri la mobilità scadrà a dicembre. Nella miniera di Olmedo si estrae una bauxite particolare: è adatta per la lavorazione delle ceramiche ma è molto indicata per essere utilizzata nel processo di “spremitura” dei pozzi petroliferi. Serve a favorire l’estrazione in particolari condizioni e per la fabbricazione dell’alluminio. È pregiata, insomma, eppure ad aprile di due anni fa la società greca, S&B Industrials Minerals aveva rinunciato alla concessione mineraria e avviato la messa in mobilità degli operai e degli amministrativi. Questo nonostante in otto anni di attività la S&B avesse estratto più di un milione di tonnellate, 60mila solo nei primi mesi del 2015. La notizia della chiusura era stata data ai dipendenti da un giorno all’altro, causando stupore e allarme tra i minatori che subito si erano asserragliati nelle gallerie nelle quali molti di loro lavorano da 25 anni.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative