La Nuova Sardegna

La Bper ha chiuso nell'isola uno sportello su quattro del Banco di Sardegna

La Bper ha chiuso nell'isola uno sportello su quattro del Banco di Sardegna

In soli quattro anni cancellate 93 filiali su 429 del Banco. In questi giorni chiudono i battenti altre 12 agenzie. «A casa 250 dipendenti»  

11 ottobre 2017
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SASSARI. Continua il piano di ristrutturazione portato avanti dal Banco popolare dell’Emilia Romagna, il gruppo che detiene il 51% del capitale azionario del Banco di Sardegna (il restante 49 % appartiene alla Fondazione Banco di Sardegna). Mentre in questi giorni arriva al traguardo il vecchio piano industriale 2015-17, con la chiusura di altri 12 sportelli in Sardegna, tutti in piccoli e piccolissimi paesi, il gruppo sembra pronto a mettere nero su bianco un nuovo piano industriale, ancora più pesante del precedente. L’obiettivo è il contenimento dei costi e la riduzione del personale.

Ad annunciare il nuovo piano “lacrime e sangue” da parte del gruppo Bper è il sindacato dei bancari, preoccupato per la continua chiusura di sportelli in Sardegna e per la perdita di posti di lavoro.

«In questi giorni stanno chiudendo i battenti gli sportelli di Soleminis, Collinas, Gesturi, Furtei, Suelli, Barrali, Selegas, Genoni, Escolca, Triei, Olzai e Terralba. È la chiusura del cerchio di un progetto che, in tre anni, dal 2015 al 2017, ha portato alla chiusura su tutto il territorio nazionale di 130 filiali del gruppo Bper, di cui 93 del Banco di Sardegna, su un totale di 429». La scure ha colpito anche i dipendenti: 235 dipendenti del Banco sono stati lasciati a casa, molti per aver raggiunto l’età pensionabile, altri spinti da incentivi economici.

Per la Fisal Cgil «l’intera operazione, che ha riguardato sia la Sardegna sia le altre regioni italiane, ha assunto i contorni di un vero e proprio smantellamento».

Per quanto riguarda gli sportelli, nell’isola fino al 2015 si è lavorato sui doppioni: in molte località dove c’erano sia il Banco di Sardegna, sia il Banco di Sassari, a chiudere sono stati gli sportelli di quest’ultimo istituto di credito. Preludio di quello che sarebbe accaduto nel 2016: a partire dal 13 maggio di un anno fa le filiali e le agenzie del Banco di Sassari sono confluite nelle rete del Banco di Sardegna. La Banca di Sassari da allora opera esclusivamente nella divisione consumi: emissione carte di credito e prestiti.

Ma il progetto di razionalizzazione del gruppo Bper non è finito. «Temiamo che il nuovo piano industriale si traduca, ancora una volta, in un bagno di sangue», si legge in una nota della Fisal Cgil. In cantiere ci sarebbe l’uscita pilotata di oltre 500 dipendenti e la chiusura di altre 100 agenzie. «La Sardegna ha già dato in termini di risorse umane – protesta il sindacato – Per questo chiediamo che il nuovo piano industriale non sia più basato sulla riduzione della presenza sul territorio perché questo finirebbe per intaccare la forza del Banco, che è quella di essere punto di riferimento per la comunità sarda e per le sue realtà economiche e sociali». Per il sindacato dei bancari occorre «investire sulle persone e sulla tecnologia e smetterla di ragionare solo in termini di tagli. Sono necessari metodi di gestione moderni e funzionali, allineati allo standard delle migliori banche nazionali. E bisogna dare ai lavoratori nuovi strumenti e nuove competenze. Solo così la rete del Banco di Sardegna potrà dare il suo contributo alla ripresa economica e sociale dell'isola e alla crescita della ricchezza dello stesso gruppo a cui appartiene». (g.z.)

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