La Nuova Sardegna

Catalogna, gli indipendentisti sardi promuovono Puigdemont

Alessandro Pirina
Catalogna, gli indipendentisti sardi promuovono Puigdemont

Sedda, Pds: «Ottima mossa: i catalani vanno avanti ma senza sottrarsi al dialogo». Sale, Irs: «Per noi una lezione di tattica». Devias, Liberu: «Non si torna indietro»

12 ottobre 2017
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SASSARI. Occhi puntati su Barcellona. Gli indipendentisti isolani seguono con attenzione quanto in queste ore accade in Catalogna. Dieci giorni fa le varie sigle dell'indipendentismo sardo erano tutte sulla Rambla a sventolare il loro vessillo a favore della scelta del popolo catalano di staccarsi dalla Spagna. Dieci giorni dopo, rientrati in Sardegna, continuano a guardare verso Barcellona, anche per capire se quel modello catalano è esportabile nell'isola.

«Puigdemont ha fatto un'ottima mossa, da scacchista - dice il segretario del Partito dei sardi, Franciscu Sedda -. Con la sospensione dell'indipendenza ha fatto capire che i catalani sono intenzionati ad andare avanti, ma allo stesso tempo ha voluto mettere in chiaro che vogliono arrivare a quel traguardo senza sottrarsi al dialogo e al confronto».

Nulla da rimproverare al governatore catalano nemmeno da parte di Gavino Sale, il leader di Irs, anche lui nei giorni scorsi a Barcellona a sostenere il referendum. «Puigdemont ha fatto la cosa più intelligente che si potesse fare - afferma Sale -. È una via del tutto nuova per la vecchia Europa, ma allo stesso tempo una mossa di grande responsabilità».

Bene Puigdemont anche per Pier Franco Devias, anche se il portavoce di Liberu gli rimprovera di non avere condiviso con gli alleati la decisione di congelare l'indipendenza.

Grande maturità hanno dimostrato i politici catalani e in particolare il loro presidente Puigdemont, adesso il p«roblema è del governo spagnolo», è il commento di Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione.

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