La Nuova Sardegna

«Mi ha puntato il coltello e l’ho attaccato»

«Mi ha puntato il coltello e l’ho attaccato»

Giuseppe Conti, 37 anni, ha lottato contro il malvivente. Il tabaccaio: «Lo ringrazio di cuore» 

13 ottobre 2017
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SORSO. Intorno alle 8 di ieri mattina la tabaccheria di corso Vittorio Emanuele pullula già di militari.

Il titolare, Giuseppe Schintu, è ancora scosso dalla forte scarica di adrenalina dopo la rapina subìta. Neanche un’ora prima si è visto una lama a pochi centimetri dal corpo e l’animo non è certamente quello giusto per fare la moviola della rapina appena consumata. Le poche parole che pronuncia sono destinate ai due concittadini, Mario e Giuseppe Conti, che lo hanno soccorso in una delle situazioni peggiori in cui si possa trovare un commerciante.

«Li ringraziamo di cuore – dice il tabaccaio – potevano anche lasciar stare e invece si sono fermati per aiutarmi. Non sono cose che vedi tutti i giorni».

Grande spavento anche per la sorella del tabaccaio, Valeria, titolare anche lei della rivendita. Lei non si trovava a lavoro solo per una questione di turni, ma è corsa dal fratello appena è stata informata dell’accaduto.

Il danno economico della rapina è immensamente piccolo rispetto alla piega che poteva prendere la situazione. «In cassa c’era giusto il fondo dell’apertura – riprende Giuseppe Schintu – poca roba anche perché avevo aperto da pochi minuti». Chi invece ne ha fatto maggiormente le spese è Giuseppe Conti, il 37enne che insieme al padre è intervenuto in soccorso del tabaccaio. Il giovane ha subìto 4 coltellate alle gambe nel tentativo di difendersi dal malvivente. Uno dei fendenti, quello che fin da subito ha preoccupato maggiormente il personale del 118, gli ha causato una lacerazione del muscolo del polpaccio. Gli altri tre, invece, gli stanno creando meno problemi. Il giovane è stato curato all’ospedale Santissima Annunziata e ora si ritrova con una gamba immobilizzata e, soprattutto, dolorante. Anche lui ha poche parole da dire su una vicenda che è ancora tutta da chiarire. Le indagini sono ancora in corso e il riserbo è essenziale. «Ci siamo fermati perché ho visto la disperazione del titolare e perché ero diretto proprio in tabaccheria – spiega il 37enne – e poi mi son visto un coltello puntato contro e ho agito per autodifesa». (s.s.)



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