La Nuova Sardegna

Montone negato per la festa islamica, migranti in rivolta a Girasole

di Giusy Ferreli
Montone negato per la festa islamica, migranti in rivolta a Girasole

Gli ospiti minorenni lo avevano chiesto per una celebrazione, operatori circondati

13 ottobre 2017
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GIRASOLE. La richiesta, rimasta inascoltata, di un montone per celebrare una festività religiosa islamica ha fatto infiammare gli animi di un gruppo di minori stranieri ospiti a Girasole. La protesta è scoppiata ieri mattina quando alcuni ragazzi del gruppo di immigrati ospitati nell’ex albergo Santa Lucia, hanno occupato la struttura che si trova nelle campagne del paese rivendicando condizioni migliori nell’accoglienza. Presto i toni si sono alzati. Dalle lamentele sulla qualità del cibo e sul ricambio nella fornitura di biancheria e vestiario e la rete wi-fi, i ragazzi sono passati alle maniere forti, arrivando a circondare gli operatori.

La situazione ha rischiato di precipitare e i responsabili della cooperativa “Opportunity”, che da poco più di un anno gestisce il centro, hanno chiamato le forze dell’ordine. La protesta è andata avanti per tutta la mattinata tra riso e carne congelata buttati per terra e brick di succhi frutta calpestati. Solo l’intervento dei carabinieri e dei poliziotti è riuscito, alla fine di un’intensa mattinata, a riportare la calma nell’ex albergo. Per tentare la mediazione sono arrivati anche il vicesindaco di Girasole Lodovico Piras (il primo cittadino Gian Luca Congiu era a Vicenza per l’assemblea nazionale dell'Anci) e l’assessore ai servizi sociali Salvatore Murru, accompagnati dall’assistente sociale del Comune.

La situazione, seppure a fatica e con la tensione alle stelle, nel pomeriggio era tornata alla normalità. Ora però i ragazzi che hanno dato vita alla protesta potrebbero rischiare grosso: la loro posizione è al vaglio delle forze dell'ordine che potrebbero segnalare quanto accaduto al Tribunale dei minori. Bocche cucite sul fronte della cooperativa. La consulente legale Mara Mascia preferisce tacere. «La situazione è delicata – è il suo unico commento – non possiamo dire nulla». A Girasole, proprio in seguito alle lamentele dei ragazzi sulla qualità del cibo servito nella struttura, è intervenuta anche la Assl di Lanusei. Il Servizio di igiene degli alimenti, dopo una prima ispezione avvenuta ieri mattina, si è riservato di effettuare «eventuali ed ulteriori verifiche».

Il centro di accoglienza ogliastrino è operativo dallo scorso anno ed ospita un gruppo di 23 ragazzi – musulmani e cristiani – per lo più provenienti dall'Africa, anche se c'è una minoranza proveniente dall'Oriente. I primi 15 ragazzi, tutti bengalesi, provenivano dalla Caritas di Cagliari e sono qui dall’agosto del 2016. La coop che allora aveva l’autorizzazione ad ospitare 16 minori si trovò a far fonte alla necessità di ospitare altri ragazzi arrivati in Sardegna con i numerosi sbarchi che si susseguirono all’inizio dell'autunno. E su richiesta della Questura di Nuoro, in particolare dell’ufficio immigrazione, subito dopo arrivarono altri minori non accompagnati sino a raggiungere la quota attuale. Ora però la situazione rischia di diventare esplosiva e l’episodio di ieri potrebbe essere interpretato come una prima avvisaglia.
 

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