La Nuova Sardegna

Padre e figlio eroi contro il rapinatore

di Salvatore Santoni
Padre e figlio eroi contro il rapinatore

Sorso, assalto in tabaccheria: i 2 entrano dalla strada e affrontano il bandito Il malvivente reagisce a coltellate, ferisce il 37enne e fugge. C’è un indagato

13 ottobre 2017
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SORSO

Quando hanno visto il tabaccaio sbracciarsi in mezzo alla strada avrebbero potuto girare al largo. Invece hanno fermato l’auto e, appena messo piede sulla soglia della rivendita, si sono trovati faccia a faccia con un coltello da cucina. Dall’altra parte del manico c’era il rapinatore che aveva appena affondato le mani nella cassa e li minacciava con la lama. È soprattutto per questo motivo che quella capitata ieri mattina a Sorso non è una rapina a mano armata come tante altre. È anche una storia che racconta come il senso civico di un padre e di un figlio doni a una città i tratti di comunità. Sono Mario e Giuseppe Conti, 61 e 37 anni, e con il loro intervento hanno evitato che la giornata si trasformasse in tragedia. I due si sono difesi dal rapinatore e, insieme al tabaccaio, sono riusciti a metterlo in fuga. Non senza conseguenze: il 37enne ha ricevuto quattro coltellate alle gambe.

L’assalto. La rapina è scattata poco dopo le 7 di ieri mattina, quando un uomo col volto coperto da una calzamaglia si è presentato di fronte a Giuseppe Schintu, il tabaccaio di corso Vittorio Emanuele, puntandogli contro un coltello da cucina. A quel punto, il malvivente è passato dietro al bancone e ha infilato le mani nella cassa, che conteneva poche centinaia di euro. La scena si è consumata in totale silenzio. Tant’è che la ragazza del titolare si trovava all’interno del magazzino e inizialmente non si è accorta di nulla. In quegli stessi istanti Mario e Giuseppe Conti percorrevano in auto il lungo rettilineo che attraversa il centro di Sorso, diretti proprio alla tabaccheria Schintu. A un certo punto hanno visto il titolare della rivendita mentre chiedeva aiuto, sbracciandosi in mezzo alla strada. I due non ci hanno pensato un secondo di più, sono scesi dall’auto e hanno varcato la soglia della rivendita trovandosi faccia a faccia con il rapinatore, che ha puntato la lama contro di loro. A quel punto il 37enne ha tentato di difendersi per sfuggire al malvivente. Ne è nata una colluttazione violenta con padre, figlio e tabaccaio che sono quasi riusciti a immobilizzare il malvivente che, però, è riuscito a scappare via con un bottino di circa 150 euro dopo aver portato a segno quattro fendenti alle gambe di Giuseppe Conti.

L’allarme. Nel frattempo nelle vicinanze della rivendita si sono avvicinati altri automobilisti di passaggio, che hanno dato l’allarme chiamando il 113 e il 118. Il 37enne era a terra sanguinante ed è stato quindi medicato e trasportato all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari a bordo di un’ambulanza di Sardegna Emergenza. Sul posto hanno cominciato ad arrivare anche i militari di Sorso, quelli del nucleo radiomobile di Porto Torres e del nucleo investigativo di Sassari. Il ragazzo ha riportato una ferita importante alla gamba destra, una delle quattro coltellate ha infatti raggiunto il muscolo del polpaccio, mentre le altre tre sono state fortunatamente più lievi.

Le indagini. Ieri sul luogo della rapina sono arrivati il comandante della stazione di Sorso, Alessandro Masala, e il capitano Romolo Mastrolia che dirige la compagnia di Porto Torres. Gli inquirenti hanno immediatamente isolato la scena del crimine e avviato i rilievi delle tracce di sangue. Sono state acquisite anche le immagini del sistema di videosorveglianza delle attività commerciali sparse nella zona attorno alla tabaccheria che, invece, non è fornita di un impianto di registrazione video. Le prime indagini dei militari hanno concentrato forti sospetti nei confronti di un sorsense di 45 anni che vive a poca distanza dalla tabaccheria. Ieri mattina l’indagato è stato raggiunto dai carabinieri e trasferito in caserma per effettuare una serie di accertamenti e per approfondire la dinamica della rapina. Secondo le scarne indiscrezioni, che trapelano dalla cortina di riservatezza che circonda le indagini, gli inquirenti avrebbero raccolto elementi molto significativi che, però, non sono ancora schiaccianti per determinare i gravi indizi di colpevolezza necessari per eseguire un provvedimento restrittivo. L’uomo è stato infatti rilasciato ieri pomeriggio per permettere agli inquirenti l’acquisizione di ulteriori prove. La prova regina potrebbe arrivare dall’esame del Dna effettuato su alcuni oggetti “dimenticati” dal rapinatore all’interno della tabaccheria. E se i risultati saranno positivi, collegherebbero in modo inequivocabile l’indagato alla rapina.

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