La Nuova Sardegna

Stop del Vaticano: fra Nicola da Gesturi per ora non è santo

di Mario Girau
Il beato fra Nicola da Gesturi
Il beato fra Nicola da Gesturi

Delusione tra i fedeli: la Consulta medica non riconosce il miracolo del religioso. Il processo di canonizzazione era cominciato nel 1983

15 ottobre 2017
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SASSARI. Santo per tutti i sardi, ma non per la Chiesa. Il miracolo dovuto all’intercessione del beato fra Nicola non ha superato, nei giorni scorsi, il vaglio della commissione medica vaticana. Tutto da rifare, dunque, il cammino per la canonizzazione del fraticello cappuccino di Gesturi. La Sardegna rimane ferma così a 26 santi ufficiali: 6 laici, 3 laiche, 4 religiosi, 1 diacono, 2 presbiteri, 7 vescovi e 3 papi. Sette, invece, i beati: 3 laiche, 2 religiose, 1 religioso, e 1 sacerdote religioso. I santi più recenti sono Ignazio da Laconi (nel 1951) e Salvatore da Horta (nel 1938).

Le regole ecclesiastiche non consentono deroghe ed eccezioni, neanche per fra Nicola. Per essere ammessi alla santificazione, infatti, la Santa Sede deve riconoscere anche “frate silenzio”, un miracolo successivo alla beatificazione che è avvenuta, per volontà di san Giovanni Paolo II, il 3 ottobre 1999. Gli esperti internazionali del Vaticano nella documentazione presentata dai postulatori della causa – cartelle mediche, testimonianze orali e scritte sotto giuramento – non hanno riscontrato inequivocabilmente la mano di Dio nella guarigione di una signora colpita da una malattia incurabile. Si ricomincia da capo, quindi, alla ricerca di un nuovo miracolo.

Per i sardi fra Nicola è santo a tutti gli effetti. In tanti aspettano il riconoscimento della Chiesa per poterlo venerare in ogni angolo del mondo. Da beato, infatti, il culto è ammesso solamente nella regione d’origine e dentro la famiglia cappuccina. Da quasi vent’anni i confratelli – in particolare il vicepostulatore padre Ignazio Melis – raccolgono prove dirette e indirette di un miracolo attribuibile all’intercessione del frate, per trent’anni questuante per le vie di Cagliari, che ringraziava i suoi benefattori con le parole “Dio ti paghi la carità”. Quattro anni fa, finalmente, la segnalazione giusta: un’ex infermiera, caposala nell’ospedale civile di Cagliari, sarebbe guarita, nel 2001, da una malattia che, di solito, non dà scampo. Avviato il processo “super miro” – il presunto miracolo – nella diocesi di Cagliari, dove si è verificata la guarigione straordinaria, una mole di documenti clinici e di pareri medici è stata portata a Roma da padre Ignazio Melis il 10 giugno 2015, il giorno dopo la chiusura solenne in cattedrale del “processo”. Con insolita velocità la “Congregazione delle cause dei santi” ha preso in esame la documentazione su fra Nicola. Il primo passaggio vaticano viene fatto nella commissione medica: a ranghi completi 5 medici internazionali e due periti d’ufficio. Quattro i criteri per verificare se si è davanti a un miracolo: la guarigione deve essere completa, scientificamente inspiegabile, immediata e duratura. L’assenza di uno di questi requisiti attribuisce, in sostanza, la guarigione all’efficacia delle cure mediche, e quindi assenza di miracolo. Negli ambienti sardi si sperava di poter celebrare la canonizzazione nel mese di giugno del 2018, a 60 anni di distanza dalla morte di fra Nicola da Gesturi.

Tutta la materia della beatificazione e canonizzazione dal 1983 è regolamentata dalla costituzione apostolica “Divinus perfectionis Magister”. Con quest’atto papa Giovanni Paolo II ha disciplinato l’iter giuridico per l’accertamento del miracolo. Per la canonizzazione sono richiesti: un miracolo successivo alla beatificazione, due inchieste sul presunto miracolo, una a Cagliari e l’altra a Roma, esame romano sul rispetto delle procedure e due passaggi obbligati: uno medico e l’altro teologico. Il no della consulta medica ha fermato un cammino che prevedeva ancora il parere di una commissione di vescovi e cardinali e la presentazione al Papa della proposta di canonizzazione.

«Per far ripartire il processo – dicono i frati cappuccini – bisogna soltanto pregare». Migliaia di fedelissimi di fra Nicola sono pronti a farlo.

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