La Nuova Sardegna

Liberi i manager emiliani attesa per Galantuomo

Liberi i manager emiliani attesa per Galantuomo

Per il tribunale sono cadute le esigenze cautelari per Gianni Lelli e Luigi Betti Entro il 21 novembre la decisione sulla posizione dell’ex sindaco e di Copparoni

17 ottobre 2017
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CAGLIARI. Ritornano in libertà i due dirigenti delle cooperative emiliane finiti alla custodia domiciliare tredici giorni fa con l’accusa di concorso in corruzione aggravata per atto contrario ai doveri d’ufficio. Il tribunale del riesame presieduto da Tiziana Marogna ha accolto la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Matteo Pinna, che li difende insieme al collega bolognese Paolo Trombetti. Per il manager della Ccc di Bologna Gianni Lolli e per il dirigente della Ceif Luigi Betti, indagati per la tangente da 135 mila euro versata secondo l’accusa in cambio di una corsia preferenziale in vista dell’appalto per l’impianto fotovoltaico di Ottana, non significa che le accuse siano cadute: il collegio si è espresso sulle esigenze cautelari, vale a dire la necessità che i due imprenditori restino rinchiusi in casa o no. Per il gip Giuseppe Pintori e per i pm Gaetano Porcu e Emanuele Secci dovevano andare in carcere e non meritavano alcuna attenuazione della misura, i giudici del riesame la pensano diversamente e non appena sarà depositata la motivazione - probabilmente già questa mattina - si saprà anche sulla base di quale ragionamento.

Ora c’è attesa per la posizione dell’ex presidente dell’Enas Davide Galantuomo e l’ex portiere del Cagliari, Renato Copparoni, il sui arresto è stato accolto con grande clamore in tutta la Sardegna: i difensori Guido Manca Bitti e Riccardo Floris hanno chiesto anche per loro la revoca della misura della custodia domiciliare, i giudici renderanno nota la decisione entro il prossimo 21 ottobre. Il fatto però che il tribunale abbia separato le loro posizioni da quelle dei presunti destinatari della tangente lascia prevedere una decisione di impronta diversa, malgrado le imputazioni siano le stesse: a leggere le carte dell’inchiesta Galantuomo e Copparoni sarebbero i destinatari di almeno 89 mila euro, la prima tranche della mazzetta concordata. Mentre Lelli e Betti avrebbero il ruolo dei corruttori, disposti a pagare in cambio di lavoro. Resta invece agli arresti in casa Tore Pinna, considerato il regista dell’operazione-tangente e perno dell’inchiesta Sindacopoli, della Procura di Oristano: il gip Pintori ha già respinto l’istanza di scarcerazione presentata subito dopo l’esame di garanzia dal difensore Leonardo Filippi, che ha scelto di non rivolgersi al tribunale del riesame. (m.l)



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