La Nuova Sardegna

tangente di ottana 

Torna in libertà anche Tore Pinna

di Luciano Onnis
Torna in libertà anche Tore Pinna

L’ingegnere aveva già “scontato” gli arresti nell’inchiesta madre

18 ottobre 2017
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CAGLIARI. Ritorna il libertà Tore Pinna, l’ingegnere di Tonara considerato la mente e il regista della gara d’appalto pilotata per l’impianto fotovoltaico di Ottana. Il gip Giuseppe Pintori ha accolto l’istanza presentata dal difensore, l’avvocato Leonardo Filippi, per la retrodatazione dei termini di custodia cautelare e ha disposto la revoca degli arresti domiciliari cui Pinna era costretto dallo scorso 3 ottobre. Le ragioni della decisione assunta dal magistrato sono illustrate in un’ordinanza depositata ieri mattina e ricalcano pienamente la tesi sostenuta nella sua istanza dall’avvocato Filippi: Tore Pinna è accusato di corruzione aggravata in concorso con Davide Galantuomo, Renato Copparoni e i due dirigenti delle coop emiliane che avrebbero versato la tangente di 135 mila euro in cambio di una spinta per vincere l’appalto da 9 milioni. Ma di quell’accusa l’ingegnere di Tonara doveva già rispondere all’interno dell’inchiesta madre su Sindacopoli, condotta dalla Procura di Oristano, che l’aveva condotto in carcere il 28 aprile 2015. In altre parole: la misura cautelare richiesta dai pm Gaetano Porcu e Emanuele Secci è andata a sovrapporsi a quella già «scontata» da Pinna come indagato nel procedimento d’origine. La conseguenza, confermata anche nel parere dei pubblici ministeri, è che i termini della custodia cautelare dovevano essere riferiti al primo arresto e non a quello disposto da Pintori su richiesta della Procura di Cagliari. Quindi risultavano scaduti. In sostanza Pinna non poteva subire la custodia domiciliare due volte per la stessa imputazione riferita agli stessi fatti. Il gip Pintori ne ha preso atto e ha disposto l’immediata remissione in libertà dell’indagato.

Entro i prossimi tre giorni sarà il tribunale del riesame a esprimersi sull’istanza di revoca della misura cautelare presentata dagli avvocati Guido Manca Bitti e Riccardo Floris per Galantuomo e Copparoni, mentre il collegio presieduto da Tiziana Marogna ha accolto venerdì le istanze dell’avvocato Matteo Pinna in favore dei dirigenti emiliani Gianni Lolli e Luigi Betti, accusati di concorso in corruzione. (m.l)

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