La Nuova Sardegna

Passa la riforma della rete Salvi tutti gli ospedali

di Umberto Aime
Passa la riforma della rete Salvi tutti gli ospedali

La maggioranza soffre ma trova l’accordo sui punti critici. Martedì il voto finale Accolte le richieste su Nuoro, La Maddalena, il Mater Olbia e Lanusei

20 ottobre 2017
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CAGLIARI. Sul filo di lana è cambiato tutto o almeno molto nella rete ospedaliera. Così quello che sembrava impossibile fino a due giorni fa, all’improvviso s’è materializzato in Consiglio regionale. Grazie al contributo di almeno tre maggioranze ibride, modulari, nate e disfatte, che si sono alternate fra vittorie e sconfitte, dentro un labirinto di emendamenti. Ecco cronologia e sintesi: una trentina di consiglieri del centrosinistra – contrari solo i quattro della sinistra Mpd, più le astensioni di Campo progressista – ha votato insieme al blocco del centrodestra il via libera ufficiale al Mater Olbia che sarà. Poco dopo, all’unanimità, in 52 hanno resuscitato il punto nascita di La Maddalena: non chiuderà, sarà potenziato, con il sostegno continuo dell’ospedale pubblico della Gallura e del prossimo elisoccorso. Infine, in tarda mattinata e a macchia di leopardo, sostenuto da una larga e inaspettata maggioranza, è passata anche la promozione sul campo degli ospedali di Nuoro e Lanusei. Il primo avrà sette super specializzazioni, neurochirurgia, cardiologia vascolare, rete ictus e traumi fra le altre, elevate al livello delle eccellenze di Cagliari e Sassari. Mentre Lanusei, nei fatti, non sarà solo una «base» della Rete, ma il «nodo centrale» dell’Ogliastra, con ad esempio anestesia e centro traumi, uguali a quelli degli ospedali più grandi di, Oristano e San Gavino.

Caos e sollievo. Ognuno di questi quattro casi da settimane era diventato un problema per il centrosinistra, che però nel concedersi poi mani e piedi alla volontà dell’aula, ha riattaccato cocci, recuperato dovunque un bel po’ di alleati, alcuni necessari, altri ininfluenti, e alla fine di slancio è schizzato fuori dalle sabbie mobili. Anche se ormai della proposta originaria dell’assessorato alla sanità è rimasto gran poco, qualcuno sostiene solo la buccia. Fra qualche mese però bisognerà vedere quante delle correzioni dell’ultim’ora passeranno indenni all’esame del ministero della salute. Che da martedì prossimo in poi (è il giorno in cui ci sarà il voto finale in Consiglio) riceverà sul tavolo la mappa della Rete definitiva e duratura, l’ultima risaliva a trent’anni fa, dei 39 ospedali pubblici, privati, più quello in embrione, il Mater Olbia. Passerà, a Roma, l’ultima versione, oppure sarà bocciata o rimandata per eccesso di libertà, fantasie e deroghe? Chissà.

Mater Olbia. Sull’ospedale del Qatar s’è consumato, in aula, un clamoroso strappo fra Pd e Articolo1- Mdp. È stato quando il partito di maggioranza relativa ha deciso che l’emendamento sul riassetto della sanità privata, esistente e futura, non sarebbe più potuto essere rinviato. Ll’ ha messo ai voti, per evitare anche la sicura rivolta compatta, a sinistra e a destra, dei consiglieri regionali galluresi e di quanto sostengono che il Mater è un’occasione unica per la Sardegna e quando aprirà «cambierà tutto in meglio, dalla sanità alla ricerca». È stato Luca Pizzuto, Mdp, a intuire per primo che la richiesta di rinvio nel frattempo era stata già dichiarata irricevibile nel segreto di chissà quale stanza. Ha insistito: «Dobbiamo soprassedere, non possiamo votare a favore o contro un ospedale fantasma. Chi sa con esattezza cosa voglia fare e a cominciare chissà da quando l’accoppiata Qatar-Gemelli? Nessuno». Ma quando si è acceso il tabellone, è stato ricacciato indietro da una valanga di sì. Tanto da commentare: «Centrosinistra e centrodestra finora se le sono date di santa ragione su tutto, però sul Mater hanno votato compatti e questo mi fa sospettare che sia in atto una privatizzazione tutt’altro che sotterranea dell’oncologia e della radioterapia (sono le specializzazioni su cui punterà il Gemelli) in Sardegna». A bloccare la requisitoria non era bastata poco prima neanche questa frase dell’assessore Luigi Arru: «Abbiamo approvato solo la cornice tecnica, quando ci sarà il quadro spetterà all’aula dire quali saranno le regole che il Mater dovrà rispettare». Per ora si sa solo che nella mappa regionale il Gemelli avrà a disposizione 241 posti letto però in realtà saranno 204 ma dovrà inaugurarli per forza entro due o tre anni altrimenti li perderà. Quelli in più, 37, saranno restituiti al Giovanni Paolo II di Olbia e a proposito di scambi, d’ora in poi quelli fra sanità pubblica e privata passeranno dal 4 al 6 per cento.

La Maddalena. Sostenuto sempre con forza da Pierfranco Zanchetta dell’Upc, il punto nascita non chiuderà. Il reparto di ostetricia sarà potenziato, nonostante sia molto al di sotto delle soglie imposte dal ministero. Oltre alla certezza che al Merlo i bambini potranno continuare a nascere, sarà potenziato il «percorso gravidanza», aumenteranno le trasferte dell’ equipe chirurgiche in missione dal Giovanni Paolo II. Poi, in attesa dell’elisoccorso, cresceranno gli standard di sicurezza nel trasferimento della donna e del bambino prima, in prossimità e dopo il parto. In più riaprirà il reparto di pediatria, tre posti letto, e manterrà anche la camera iperbarica. Poi – e sarebbe un miracolo – il Merlo potrebbe ottenere persino una deroga speciale dal ministero: sarà sollecitata dalla Regione. A leggere le prime carte, è comunque un trionfo. Sarà la realtà a dire, con la riforma a regime, se Maddalena ha vinto dopo la rivolta delle pance.

Nuoro e Lanusei. Non ha più senso la lunga disputa sul secondo livello, chiesto a gran voce da Emilio Usula dei Rossomori, e sul primo, preteso per l’Ogliastra da Franco Sabatini del Pd. Con l’emendamento presentato dal capogruppo Pietro Cocco, dem, e dai relatori di maggioranza Raimondo Perra e Gigi Ruggeri, i due ospedali passeranno subito di grado seppure solo nei servizi. La doppia promozione va spiegata meglio: pur non potendo ottenere il passaggio di categoria, non avevano i requisti, al loro interno avranno o nuove specializzazioni o quelle esistenti saranno potenziate fino a essere le stesse degli ospedali di livello superiore. In altre parole, Nuoro sarà più che rinforzato e si avvicinerà moltissimo alle prestazioni assegnate a Cagliari e Sassari. Diventerà, ed è ufficiale, il terzo polo sanitario con i suoi reparti, una quarantina, e in più neurochirurgia, chirurgia vascolare, terapia intensiva cardiologica, emodinamica ad alta specializzazione, radiologia interventistica e rete ictus d’interesse regionale. Sono servizi che finora avevano solo il Brotzu a Cagliari e l’Azienda universitaria di Sassari. Anche Lanusei, oltre agli attuali reparti tutti confermati, avrà il suo bonus con anestesia, rianimazione, terapia intensiva cardiologica e centro traumi: sono quattro servizi di categoria superiore. È pure questa una vittoria? Per il centrosinistra sì, no secondo l’opposizione, che subito dopo il giochetto delle maggioranze ibride sono ritornati a pestarsi come fabbri e riprenderanno a farlo da martedì in poi.

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