La Nuova Sardegna

Il mistero della tedesca scomparsa sul Montalbo

di Paolo Merlini
Il mistero della tedesca scomparsa sul Montalbo

La donna, 54 anni, è sparita da lunedì. Ritrovata l’auto che aveva noleggiato. Amante del trekking, doveva ripartire venerdì 20. Nessuna pista è esclusa

22 ottobre 2017
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LULA. La cercano nel Montalbo da martedì 17, e ogni ora che passa le speranze di ritrovarla in salute si affievoliscono. È una donna tedesca di 54 anni, amante del trekking, si chiama Renate Zellinger, lavora come consulente in un’azienda che produce stufe a Nördlingen , in Bavaria. È arrivata in Sardegna da sola per un breve periodo di ferie con un volo atterrato a Olbia il 10 ottobre e ha preso una stanza all’Hotel Ollastu, in Costa Corallina.

Venerdì 20 si sarebbe dovuta imbarcare all’aeroporto di Olbia per fare rientro in Germania, ma le sue tracce si sono perse già da lunedì 16, quando al mattino ha preso un’auto a noleggio e ha detto al personale dell’albergo che si sarebbe recata per un’escursione nel Montalbo, esattamente a Punta Catirina. È stata molto precisa su questo, e l’indicazione è servita a circoscrivere la zona delle ricerche, scattate dopo l’allarme dato, il giorno dopo, dal titolare dell’autonoleggio: la donna avrebbe dovuto restituire l’auto entro un termine preciso, ma non si è presentata neppure a molte ore di distanza.

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Il ritrovamento dell’auto. Sono così scattate le ricerche nel Montalbo, il maestoso massiccio calcareo che caratterizza i territori di Lula e Lodè. Nel giro di poche ore i carabinieri della compagnia di Bitti, competente sull’intera area, hanno trovato l’utilitaria presa a noleggio. L’auto si trovava al km 20 della provinciale 3, la stretta strada panoramica che collega Sant’Anna, frazione montana di Lodè, con Lula. Una strada che ormai ha finalità turistiche ed è molto amata da motociclisti e ciclisti di tutta Europa, ma anche dagli amanti del trekking che generalmente si recano in escursione nel Montalbo dopo aver lasciato le auto nella provinciale. Così ha fatto anche Renate Zellinger, visto che l’utilitaria è stata ritrovata alla cantoniera di Janna ’e ruche, a pochi chilometri da Lula. Da qui partono gli itinerari a piedi per Punta Catirina, che con 1127 metri d’altezza è una delle due cime più alte del Montalbo.

Le ricerche. Sono almeno un centinaio le persone impegnate nelle ricerche della donna: dai volontari giunti da tutta la Sardegna del Soccorso Alpino e Speleologico, ai vigili del fuoco, le guardie forestali e ovviamente i carabinieri (ci sono anche i Cacciatori di Sardegna). Coinvolti anche gli operai di Forestas e dei cantieri comunali di Lula e Lodè. In quest’ultimo centro, il sindaco Graziano Spanu ha messo a disposizione la palestra comunale come centro di coordinamento delle ricerche. Ma anche il municipio di Lodè è diventato una base dalla quale prendere contatti con i parenti della donna in Germania, raggiunti anche dal consolato tedesco a Cagliari.

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Il cellulare. Il motivo della scelta di Lodè è dettato da un elemento che per qualche ora ha spostato dal massiccio vero e proprio alle montagne circostanti il fronte delle ricerche. I soccorritori hanno infatti chiamato la donna al cellulare, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. Il tentativo di chiamata ha comunque permesso di localizzare il luogo in cui il cellulare si trovava (prima che si scaricasse completamente la batteria), situandolo a circa 12 chilometri dal punto del ritrovamento dell’auto, ma in territorio di Lodè. In realtà nella tarda mattinata di ieri è stato possibile appurare che, trattandosi di un gestore telefonico estero, la “cella” agganciata dal cellulare era di un cosiddetto “virtual operator”, tale dunque da falsare l’esatta localizzazione.

Punta Catirina. Le ricerche sono dunque riprese nella zona in cui erano cominciate, appunto il Montalbo, ai piedi di Punta Catirina. Va detto che esiste un sentiero del Cai che conduce verso la vetta (anche se la segnaletica carente resta il vero problema dei territori montani dell’isola).

Un incidente? Cosa può essere accaduto? Augurandosi che la donna non abbia fatto brutti incontri, circostanza che viene comunque presa in considerazione nonostante la zona abbia ormai perso la fama sinistra degli anni del banditismo, l’ipotesi che trova più consensi è che Renate Zellinger sia caduta in uno dei tanti crepacci che caratterizzano un territorio calcareo come il Montalbo, e si sia ferita gravemente. E i cinque giorni all’addiaccio e senza più cibo potrebbero aver aggravato irreparabilmente la situazione.

La lettera. Da registrare anche il ritrovamento, nella camera d’albergo a S’Ollastu, di uno scritto della donna. Uno sfogo legato alle ultime vicende della sua vita dal quale traspare una forma di depressione: la perdita della madre un mese fa, i contrasti con l’unico fratello forse legati a questioni ereditarie. Avvenimenti filtrati attraverso la passione per l’astrologia della donna, che rilegge la propria vita alla luce del tema natale.


 

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