La Nuova Sardegna

Bper e Banco di Sardegna spunta l’ipotesi di fusione

Bper e Banco di Sardegna spunta l’ipotesi di fusione

L’istituto sardo detiene il 23 per cento dei prestiti non performanti del gruppo La denuncia del deputato Mauro Pili: «C’è un piano per portare i soldi in Emilia»

24 ottobre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il Banco di Sardegna potrebbe presto essere assorbito dalla Bper, che ne detiene il 51 per cento delle azioni. Ne è sicuro Mauro Pili, parlamentare del Gruppo misto e leader di Unidos, che parla apertamente di “grandi manovre per chiudere il Banco di Sardegna” e di “un piano per cancellare del tutto la banca sarda che si sta concretizzando a grandi passi”.

I vertici della banca preferiscono non replicare e si limitano a un garbato “non rilasceremo commenti, almeno per il momento”. D’altra parte, il mondo della finanza non ha atteso alcuna liberatoria per entrare a gamba tesa nei progetti futuri del Banco di Sardegna. Secondo gli analisti di Equitala, l’intenzione di cedere i prestiti non preformanti, ovvero i crediti delle banche come mutui, finanziamenti o prestiti che i debitori non riescono a ripagare, ipotizzata dal Banco di Sardegna sarebbe in realtà l’anticamera dalla fusione con la banca controllante, ovvero Bper. Un’ipotesi maturata nonostante il Banco di Sardegna abbia affidato a una società esterna un incarico esplorativo in vista di un’eventuale cessione di quelli che vengono anche chiamati “crediti in sofferenza”. Secondo Mauro Pili, l’intenzione di cedere i prestiti non performanti sarebbe un’operazione da inserire “nell’ambito del processo di de-risking (eliminazione dei rischi) annunciato da Bper che prevederebbe un accantonamento da 1 miliardo di euro entro la fine dell’anno. La cessione di questi crediti si inquadra in un piano di fusione”. Ad aggiungere incertezza alle prospettive della banca sarda c’è un altro aspetto sottolineato dagli esperti di Mediobanca che hanno attribuito al Banco di Sardegna il 23 per cento dei crediti in sofferenza dell’intero gruppo Bper.

L’ipotesi di una fusione viene letta dal punto di vista politico dallo stesso Mauro Pili: «Una svendita finale dopo che i soldi dei sardi, ben tre miliardi versati negli sportelli del Banco di Sardegna, erano finiti nelle casseforti della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Soldi sottratti all’economia della Sardegna. Un golpe economico finanziario giocato sottotraccia che mette in posizione ancor più subalterna l’intero sistema creditizio sardo già abbondantemente svuotato di potere e governance. Siamo di dinanzi ad un vero e proprio denarodotto. Un fatto di inaudita gravità». (c.z.)



Video

Raggiunto l'accordo per la Giunta, Alessandra Todde: «I nomi degli assessori subito dopo Pasqua»

Le nostre iniziative