La Nuova Sardegna

Centri Sprar, isola indietro un piano ogni 31 Comuni

di Silvia Sanna

I progetti per la seconda accoglienza sono 12, solo 1 per i minori senza genitori 

24 ottobre 2017
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SASSARI. Gli ultimi arrivati sono Sassari, Nuoro e Bonorva. Con il via libera ai rispettivi progetti, il numero di ospiti nei centri Sprar per la seconda accoglienza dei migranti richiedenti asilo, è salito a quota 277 e le iniziative avviate sono 12. Un numero basso, se rapportato al totale dei migranti presenti in Sardegna: sono circa 5500, pari al 2,83% del dato complessivo nazionale, e circa il 95% di loro vive nei Cas, i Centri d’accoglienza straordinaria gestiti dalle Prefetture. Sulla micro accoglienza diffusa, l’isola è ancora indietro: se a livello nazionale 1 comune su 7 partecipa allo Sprar (autonomamente o in forma associata) in Sardegna il rapporto è 1 su 31. Significa che molti centri – soprattutto quelli nei quali ricadono i Cas – ancora mostrano resistenze rispetto al nuovo meccanismo. Anche se nelle ultime settimane è stato fatto qualche importante passo in vanti.

I numeri dell’isola. I progetti Sprar attivi nell’isola sono 12. Ai 3 storici e agli altri 6 operativi da un anno, si sono aggiunti Sassari, Bonorva e Nuoro. Il capoluogo barbaricino voleva in realtà raddoppiare ma il bando di gara non ha avuto esito felice: è stata presentata una sola offerta e non rispondeva ai requisiti richiesti. Gli Sprar operativi si trovano ad Alghero, Cagliari, Capoterra, Iglesias, Nuoro, Porto Torres, Quartu, San Gavino, Sassari, Uta, Villasimius e Bonorva. In totale 277 ospiti, quasi tutti adulti e inseriti in progetti ordinari. Fanno eccezione i 12 minori non accompagnati accolti a Bonorva. Pochi, se si considera che l’alto numero di minorenni, la maggior parte senza genitori, presenti nell’isola e obbligati a vivere nei Cas insieme agli adulti.

I progetti. I 12 centri Sprar sono gestiti direttamente dai Comuni, a eccezione di quello del Cagliaritano che è di natura e gestione provinciale. Per il momento i Comuni hanno scelto di operare in maniera autonoma ma sono in cantiere diversi progetti per ambiti territoriali: a portarli avanti sono le Unioni di Comuni, che decidono di fare squadra per presentare progetti numericamente più consistenti ma proporzionalmente distribuiti tra i vari centri, sulla base dei parametri stabiliti nell’accordo nazionale Anci-Governo: 3 migranti ogni mille abitanti. È di questo tipo per esempio l’iniziativa avviata dai comuni del Marghine: 6 su 9 hanno votato a favore dell’adesione allo Sprar, 3 hanno espresso voto contrario, 1 si è riservato di decidere entro il 30 novembre. E mentre in altre parti dell’isola si cercano intese – per esempio in Gallura – altri Comuni vanno avanti da soli: come Santa Teresa, che dopo avere prorogato il bando due volte, ha trovato i locali in cui si candida a ospitare 12 migranti di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Le scadenze. L’ultima finestra si è aperta il 30 settembre. A partire da quella data gli enti interessati potevano presentare progetti per aderire allo Sprar: la risposta arriverà alla fine dell’anno. I numeri sono topo secret: le richieste vengono inoltrate direttamente al Ministero degli Interni che poi prende le decisioni ed eroga i finanziamenti ai progetti giudicati ammissibili.

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