La Nuova Sardegna

L’isola verso il referendum «Vogliamo contare di più»

L’isola verso il referendum «Vogliamo contare di più»

Dopo il Nord sarà il turno della Sardegna: le firme per l’insularità a quota 25mila Pigliaru: sacrosanto chiedere più competenze, ma sulle entrate Zaia sbaglia

24 ottobre 2017
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SASSARI. Anche in Sardegna la parola autonomia è ritornata di moda. E anche nell’isola si punta a riaffermarla attraverso un referendum. Da qualche settimana i Riformatori stanno raccogliendo le firme per l’inserimento dell’insularità della Sardegna nella Costituzione. Una battaglia che ha riscosso consensi trasversali, ma soprattutto ha convinto migliaia di cittadini sardi. Finora la raccolta firme per il referendum ha toccato quota 25mila. In realtà ne sarebbero bastate 15mila, ma l’obiettivo dei Riformatori è raggiunge le 100mila firme. Un traguardo che, si augurano i promotori, potrebbe essere tagliato anche grazie alla spinta lombardo-veneta. «I numeri del referendum certificano che in Italia è molto forte l’attenzione dei cittadini sugli assetti istituzionali e sull’utilizzo delle risorse economiche e delle opportunità che ne deriva – afferma il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu –. Davanti al risultato padano non è possibile fare finta di niente, è invece indispensabile interrogarsi su cosa significhi oggi dirsi italiani. Se, come noi crediamo fermamente, ha un senso dirlo, è indispensabile che i diritti di cittadinanza siano uguali per tutti i cittadini italiani. Ed è questo il senso del referendum sardo, che punta a raccogliere la cifra record di 100mila sottoscrizioni per dire con forza che noi sardi ci sentiamo italiani, ripudiamo la cultura dell’assistenzialismo che genera clientelismo e rassegnazione e puntiamo ad avere pari opportunità con tutti gli altri cittadini italiani per poter dimostrare ad armi pari quanto valiamo».

Davanti alla valanga referendaria del lombardo-veneto la Sardegna resta cauta. Tutti si dicono favorevoli alla necessità di una maggiore autonomia dallo Stato centrale, a una sussidiarietà più efficace, ma sulla richiesta del governatore veneto Luca Zaia di tenere il 90 per cento delle tasse, affossando di fatto il patto solidale su cui si fonda la Repubblica, la politica sarda, fatta eccezione per Forza Italia, leva gli scudi. «Credo che le Regioni possano chiedere maggiori competenze, è sacrosanto e previsto dalla Costituzione – afferma il governatore Francesco Pigliaru –. Diverso è chiedere il 90 per cento delle entrate a prescindere: forse i governatori di Veneto e Lombardia dovrebbero chiarire quale è l'idea del referendum. Le Regioni che dimostrano di funzionare meglio di un ministero romano hanno tutto il diritto di farlo ma l’opzione “ci teniamo tutto il residuo fiscale” non mi sembra coerente con un'Italia delle Regioni». Sulla stessa linea il segretario del Pd Giuseppe Luigi Cucca. «Il risultato referendario in Lombardia e Veneto è il segnale di una spinta autonomista che prescinde dall’appartenenza politica. Può essere l’occasione per intraprendere la strada verso un rinnovato regionalismo, rivedendo i rapporti tra lo Stato centrale e le regioni, all’interno però della cornice costituzionale. Ci sono gli spazi per rivedere la ripartizione di competenze e risorse, ma non è ammissibile la pretesa di ottenere il 90 per cento del gettito fiscale, è contraria ai principi di solidarietà nazionale e di sussidiarietà, e mette a rischio la tenuta del Paese». «Il referendum per l'autonomia è stato un successo a metà per chi l'ha proposto – aggiunge Michele Piras, deputato di Mdp-Articolo 1 –. Credo tuttavia si imponga una valutazione senza snobismi sulla riforma dello Stato in senso federale. Dovrebbe essere la sinistra a promuoverla, per evitare che prevalga l'idea egoistica di autonomia promossa dalla Lega, nelle aree più ricche del Paese». «Autonomia maggiore e riconoscimento dell'insularità, ma anche per i cittadini delle isole minori». A chiederlo è il consigliere regionale Upc Pierfranco Zanchetta. «Sarebbe opportuno riconoscere anche i diritti calpestati di chi vive il pesante handicap della doppia insularità. Di coloro che vivono nelle isole sarde, spesso dimenticati o inascoltati e verso cui prevalgono, da sempre (anche da parte della Regione) atteggiamenti di disinteresse». Per Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia, «la Sardegna deve affrontare la sfida autonomista anziché continuare a subirla. È una partita che bisogna giocare all’attacco. Si apre una stagione che deve portare alla Terza Repubblica e deve condurre a costruire una nuova autonomia per rendere la Sardegna più forte in Italia e in Europa. Pigliaru e i suoi hanno deposto la bandiera autonomista, è ora di riprenderla per avere più Sardegna in Italia e in quell’Europa che deve diventare l’Europa dei popoli sognata dai nostri padri». (al.pi.)



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