La Nuova Sardegna

L'ambasciatore del Qatar: "Pronti a investire ancora in Sardegna"

Luca Rojch
L'ambasciatore del Qatar in Italia con il presidente Pigliaru
L'ambasciatore del Qatar in Italia con il presidente Pigliaru

Abdulaziz Ben Ahmed Al Malki: Meridiana compagnia internazionale e Mater centro d'eccellenza mondiale"

25 ottobre 2017
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ROMA. Il primo azionista dell’economia sarda arriva dall’altra parte del mondo. Il Qatar pezzo dopo pezzo è diventato sempre più una colonna del sistema Sardegna. Dall’acquisto della Costa Smeralda nel 2012, al salvataggio del San Raffaele alle porte di Olbia, ora ribattezzato Mater Olbia. Fino all’acquisizione di Meridiana, perfezionata qualche mese fa. Lo Stato grande come la Basilicata, ma con il più alto reddito pro capite al mondo, ha una quantità sterminata di denaro da investire.

Il fondo sovrano del Qatar, Qia, fattura 170 miliardi di euro all’anno. E la Sardegna sembra essere uno dei suoi obiettivi strategici. Così ribadisce Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, l’ambasciatore del Qatar a Roma. "Siamo pronti a investire ancora in Sardegna. Intanto Meridiana diventerà una compagnia internazionale mentre il Mater sarà un centro di riferimento mondiale. Ma quel che serve è una minore burocrazia".

Il fondo sovrano del Qatar, Qia, fattura 170 miliardi di euro all’anno. E l’emirato che possiede il più vasto giacimento di gas naturale al mondo ha deciso di diversificare sempre più il suo business. Ma sugli assetti del Qatar e sui suoi possibili investimenti pesano diverse incognite. Dall’incertezza dei rapporti con gli Stati vicini, alle questioni di casa nostra.

Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, l’ambasciatore del Qatar a Roma, presenta le nuove iniziative imprenditoriali del Qatar in Sardegna. Parla non solo dei rapporti dello stato Mediorientale con l’Italia e la Sardegna, ma anche dei delicati assetti internazionali. Le tensioni con i Paesi vicini si abbattono come un effetto domino sulla Sardegna e su tutti gli stati in cui il Qatar ha interessi. La sfida è dei 4 paesi arabi: Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Bahrein, che hanno bloccato le frontiere, i voli aerei e i rapporti economici. "Sono trascorsi ormai mesi dal blocco dichiarato dai “paesi dell’assedio” come li chiamo io, un’azione messa a punto a tavolino e lanciata col pretesto di rispondere ad alcune fake news che sono state infilate sui siti Internet del Qatar. Ma dopo 4 mesi il Qatar è ancora in piedi, più forte che mai, capace di sviluppare le sue relazioni, di essere presente sulla scena internazionale".

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