La Nuova Sardegna

La siccità non dà tregua, emergenza nel Sassarese

di Silvia Sanna
La siccità non dà tregua, emergenza nel Sassarese

Invasi al 43 per cento di riempimento, il Bidighinzu e il Cuga ai minimi storici 

25 ottobre 2017
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SASSARI. Le immagini che non ti aspetti sono state scattate a due passi da casa e non in paesi lontani dove si è abituati alla terra spaccata dal sole. Anche la Sardegna, da mesi ormai, fa i conti con una siccità che non concede tregua: svuota bacini e invasi, brucia i campi e le colture, impone restrizioni anche dai rubinetti delle abitazioni. Chi sperava in un avvio di autunno piovoso è rimasto deluso: solo in poche zone dell’isola ci sono stati temporali e tutti di brevissima durata e portata. L’acqua caduta non è riuscita minimamente a rimpinguare le scorte. Al contrario, se al 30 settembre la percentuale di riempimento degli invasi si attestava al 48 per cento, ora sfiora appena il 43. Una situazione fotocopia rispetto a un anno fa ma con alcune zone più penalizzate di altre: su tutte il Nord Ovest e il Sulcis. Nel Sassarese, che attinge prevalentemente dal sistema Cuga e Bidighinzu, non piove da molti mesi e gli invasi sono agli sgoccioli.

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L’allarme. In cinquanta giorni, dalla fine di agosto sino circa al 20 di ottobre, la percentuale di riempimento degli invasi è scesa di quasi 10 punti. La pioggia non è arrivata, se non a sprazzi, e il consumo dell’acqua – complici le temperature quasi estive – è stato altissimo. Nonostante le restrizioni nella campagne, il livello è sceso pericolosamente al punto che l’indice complessivo è 0,28, che attesta appunto una situazione di pericolo che impone restrizioni massicce.

Invasi a secco. È stato un anno particolarmente siccitoso e un ottobre altrettanto asciutto: secondo gli ospiti una situazione simile si è vissuta soltanto nel 2001. E se Cagliari è stata dichiarata la città più siccitosa d’Italia perché non piove da sei mesi, i disagi per quanto riguarda la disponibilità delle risorse idriche si patiscono soprattutto nell’area Ovest dell’isola, dal Sassarese al Sulcis-Iglesiente. In particolare nel Nord Ovest, dove i due invasi del Bidighinzu e del Cuga sono ai minimi storici: se il 30 settembre il primo conteneva 0,71 milioni di metri cubi con una percentuale di riempimento del 6,5, oggi il livello non raggiunge il mezzo milione di metri cubi. Mentre il Cuga, che 20 giorni fa conteneva 1,1 milioni, ora è sceso abbondantemente sotto il milione. Per capire quanto è grave la situazione basta guardare le foto: ampie parti dell’invaso sono diventate distese di sabbia e pietre, un desero dal quale sono riemersi i nuraghi sommersi tra 1956 e il 1974 con la costruzione della diga. L’indicatore di stato nel sistema idrico del Nord Ovest è 0,25, al di sotto della media regionale. Situazione pessima anche nella bassa Gallura e in Baronia, dove il livello della diga di Maccheronis a Torpè è sceso pericolosamente: si viaggia su una percentuale di riempimento che oscilla tra il 5 e e il 7 %, l’indicatore di stato è 0,17, a un passo dall’emergenza, quella alla quale non si dovrebbe mai arrivare. Da settimane vanno avanti le restrizioni idriche in numerosi centri del Nuorese ma solo la pioggia può aiutare a superare una fase drammatica, addirittura peggiore rispetto a quella già pessima vissuta un anno fa.

Sopra la media. In questa situazione a macchia di leopardo si salva parte della Gallura, grazie alla buona percentuale di riempimento del Liscia, e il sistema Tirso, dove la quantità d’acqua è addirittura leggermente superiore rispetto a dodici mesi fa.

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