La Nuova Sardegna

Rete ospedaliera, oggi il via libera dell’aula

Rete ospedaliera, oggi il via libera dell’aula

Maggioranza compatta: in forse solo il Campo progressista. Areus, la nomina slitta a venerdì

25 ottobre 2017
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CAGLIARI. La riorganizzazione degli ospedali è cosa fatta. La scelta del direttore generale dell’Agenzia emergenze-urgenze non ancora. Con ordine: il Consiglio regionale s’è preso ancora un giorno di tempo per votare la riforma. La giunta, che pure aveva annunciato in aula la scelta per ieri, ha deciso di posticipare la nomina a venerdì. In corsa per il posto di manager, stando alle ultime indiscrezioni, restano ancora nell’ordine Giorgio Lenzotti e Piero Delogu.

L’aula. Non perché ci fosse ancora qualche spigolo da smussare, è solo per gli impegni politici del Partito dei sardi che è stato deciso il rinvio del voto a oggi. Tutto comunque è già deciso, con gli ospedali incasellati da una settimana nella nuova griglia. Resta solo da capire se la maggioranza di centrosinistra voterà compatta il testo, o come pare possano astenersi i due consiglieri di Campo progressista, Anna Maria Busia e Francesco Agus, critici fino all’ultimo. Ma anche se dovessero mancare quei due voti, la riforma non dovrebbe avere problemi nel superare l’ultimo scoglio. Soprattutto dopo che i cinque consiglieri del Partito dei sardi hanno annunciato ufficialmente il loro sì: «Rispetto alla bozza iniziale presentata dalla giunta, sono stati accolti numerosi nostri emendamenti e siamo riusciti così a riequilibrare il rapporto fra ospedali delle città e quelli delle periferie», ha detto Augusto Cherchi. È sicuro anche il voto favorevole dei tre consiglieri di Mdp, che dalla maggioranza si sono sfilati solo quando c’era da dare il via libera all’ingresso del futuro Mater Olbia nella rete ospedaliera.

Blocco unico. Nel Pd non dovrebbero esserci defezioni: i 19 consiglieri, compreso il governatore Francesco Pigliaru, voteranno di sicuro compatti a favore della riforma. L’unico che poteva essere in forse era Franco Sabatini, eletto in Ogliastra, ma ormai anche il caso Lanusei è stato superato, con il riconoscimento del primo livello a gran parte dei reparti dell’ospedale Nostra Signora della Mercede. Di fatto è rientrata anche la lunga protesta di Pierfranco Zanchetta, Upc, che sin dall’inizio sollecitava la riapertura del punto nascita di La Maddalena e l’ha ottenuta dopo l’emendamento in cui è previsto il rafforzamento dell’intero percorso nascita dell’ospedale Merlo.

Gli ultimi attacchi. L’opposizione, che più volte ma senza successo ha cercato di far vacillare la maggioranza, avrà oggi solo la possibilità di attaccare la giunta nelle ultime dichiarazioni di voto, ma non certo i numeri per fermare la riforma. Un primo assaggio è arrivato da Emilio Usula dei Rossomori, ex della maggioranza, che ha rilanciato il caso San Francesco di Nuoro: «Non è vero – ha detto – che gli è stato assegnato il secondo livello. Non è vero neanche che ci saranno nuovi reparti. È rimasto tutto com’era prima con appena qualche etichetta posticcia in più». Poi dai banchi del centrodestra a caricare ancora è stato Edoardo Tocco, Forza Italia, relatore di minoranza: «Il verdetto finale su questa legge – ha detto – è scritto da tempo. Sarà un fallimento, perché manca ancora tutto: dall’emergenza-urgenza alla sanità territoriale, con gli ospedali forse riorganizzati ma appesi al nulla».

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