La Nuova Sardegna

L’ex ovile trasformato in fabbrica della droga

di Luca Fiori
L’ex ovile trasformato in fabbrica della droga

In cella il proprietario, il cognato e due orgolesi. Altri tre sono riusciti a fuggire Sequestro da un milione di euro: un quintale e mezzo di marijuana e 600 piante

27 ottobre 2017
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SILIGO. Uno stabilimento industriale all’avanguardia per la produzione di marijuana al posto del vecchio ovile che un tempo ospitava gli ovini in attesa della mungitura. Avevano quasi completamente riconvertito un’azienda agricola in un’industria della droga gli allevatori arrestati dai carabinieri nel corso di un blitz nelle campagne di Siligo che ha permesso di sequestrare un quintale e mezzo di marijuana già pronta per essere venduta, più altre 600 piante, alte circa due metri, ancora da trattare.

Avrebbe fruttato circa un milione di euro il maxi sequestro effettuato dai militari del nucleo operativo della compagnia di Bonorva all’interno di un’azienda agricola ai piedi del Monte Santo. Alla vista dei militari guidati dal capitano Sebastiano Battino, comandante della compagnia di Bonorva e dal tenente Lorenzo Conti comandante del nucleo operativo, le persone presenti nella struttura sono scappate: tre sono riuscite a far perdere le proprie tracce dileguandosi nelle campagne e sono attualmente ricercate, mentre altre quattro sono state bloccate e arrestate. In manette sono finiti il proprietario dell’ovile, Angelo Fadda, 44 anni di Siligo, suo cognato russo, Andrei Vlasov, di 53, e due orgolesi, Antonio Onorato Floris, 26 anni, e Giulio De Rosa, di 35.

Al momento del blitz ai carabinieri è bastato guardarsi intorno per capire che l’attività agro pastorale dell’azienda era ormai un elemento residuale. I carabinieri hanno scoperto che due ampi magazzini per il foraggio erano stati destinati all’essiccazione della canapa indiana con decine di piante capovolte ad asciugare, uno dei due magazzini era dotato anche di ventilatori.

Durante la perquisizione è stato trovato un camioncino stracolmo di piante appena tagliate pronto per essere scaricato, mentre la sala mungitura era stata riconvertita a stoccaggio delle piante essiccate, che venivano appoggiate su delle ampie griglie metalliche elettrosaldate per garantire agli arbusti una adeguata ventilazione. L’ampio cortile recintato che una volta raccoglieva gli ovini in attesa della mungitura era stato trasformato invece in una grandissima distesa di boccioli di marijuana, ormai prodotto finito, che si liberava delle ultime tracce di umidità sotto i raggi del sole. Il tutto accuratamente sistemato sulle reti per la raccolta delle olive e in alcuni essiccatori multipiano. Anche la separazione delle infiorescenze dalla pianta era automatizzata: una macchina elettrica per la defogliazione delle olive era stata adattata per distaccare i boccioli della marijuana, che finivano in una vasca da bagno e da lì al reparto essiccazione. Una macchina per il sottovuoto e decine di sacchi di plastica erano pronti invece per il confezionamento finale. La perquisizione nel resto dell’azienda ha consentito il ritrovamento, oltre a numerosi sacchi di marijuana già pronta, anche di un fucile a pompa calibro 12 e diverse cartucce a pallettoni, di proprietà di Angelo Fadda, che aveva denunciato la custodia presso la sua abitazione di Siligo: l’arma è risultata quindi irregolarmente detenuta nell’ovile. È probabile che il fucile servisse per la sorveglianza armata del sito, dato il notevole valore dello stupefacente. L’operazione è il risultato di una serie di prolungati avvistamenti eseguiti nel corso degli ultimi giorni dai militari del nucleo operativo di Bonorva, coadiuvati nella fase esecutiva dai colleghi delle stazioni limitrofe. I carabinieri hanno individuato anche il sito della piantagione, nelle pendici del monte, fornito di tubi per l’irrigazione e vasto circa un ettaro. Gli arrestati sono stati accompagnati nel carcere di Bancali e i prossimi giorni compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari per gli interrogatori dei garanzia.

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