La Nuova Sardegna

Parto in casa, fatale una setticemia

Parto in casa, fatale una setticemia

Sul caso della donna di San Sperate morta dopo 10 giorni per ora niente indagati

03 novembre 2017
1 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Sarebbe morta per una setticemia Erica Collu, la donna di 35 anni di San Sperate (paese a una ventina di chilometri da Cagliari) deceduta nei giorni scorsi nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Brotzu di Cagliari, dove era arrivata in ambulanza in gravissime condizioni dopo aver partorito in casa.

Il pm Enrico Lussu ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato e senza indagati (solo per gli atti relativi), sollecitando però il medico legale a valutare quanto verificato dai sanitari dell'ospedale dopo il decesso. La Procura, in sede di accertamenti, starebbe anche verificando se la giovane mamma sia stata seguita da sanitari durante il parto, avvenuto nella sua abitazione di San Sperate.

Le cartelle cliniche sono già state visionate dal consulente inviato dal pubblico ministero, ma al momento non sono stati disposti ulteriori esami che, in ogni caso, potrebbero essere decisi in seguito.

La giovane aveva partorito in casa il suo terzo figlio dieci giorni prima della tragedia, una pratica che la donna sosteneva con convinzione al punto che aveva aderito a un'associazione locale che promuove l'assistenza della maternità a domicilio fino al momento del parto.

La trentacinquenne di San Sperate, già madre di due figli, qualche giorno dopo aveva cominciato ad accusare i primi dolori, divenuti sempre più forti sino alla chiamata dell'ambulanza e alla corsa in ospedale, dove è morta qualche ora dopo l'arrivo.



In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative