La Nuova Sardegna

Trovata morta nei campi la donna sparita 4 anni fa

di Luciano Onnis
Trovata morta nei campi la donna sparita 4 anni fa

Stessi abiti del giorno della scomparsa, Giovanna Piras fu cercata in tutta Italia

04 novembre 2017
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ASSEMINI. Era scomparsa il 13 gennaio del 2014 senza lasciare tracce. Dopo quasi quattro anni il suo cadavere, ormai uno scheletro, è stato ritrovato in un campo abbandonato alla periferia del paese, sul prolungamento di via Coghe. Giovanna Piras, che oggi avrebbe avuto 57 anni, bidella in una scuola elementare di Assemini, era stata cercata a lungo e in tutta Italia, anche attraverso la popolare trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, ma il luogo in cui è stata trovata fa capire che forse non si era mai allontanata dai dintorni di casa sua, in via Roma. I due passanti hanno notato il corpo fra l’erbaccia e un fila di oggetti in legno abbandonati n un campo incolto parzialmente recintato. Era coperto ancora dai vestiti che la donna indossava quando è scomparsa, comprese le scarpette da ginnastica, vicino sono state trovate alcune boccette vuote dei farmaci che solitamente prendeva per combattere uno stato ansioso e depressivo conseguente alla morte del figlio Simone, un ragazzo di 26 anni annegato durante una battuta di pesca a Capo Ferrato. Come è morta Giovanna Piras? È un giallo. Perché l’apparenza che farebbe propendere per un suicidio non esclude altri elementi e infatti i carabinieri del Reparto operativo e del nucleo investigativo del comando provinciale di Cagliari, non si pronunciano. Aspettano intanto il risultato dell’autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni dal medico legale nel policlinico universitario di Monserrato.

L’autopsia. «Al momento sappiamo solo che è stato ritrovato un cadavere – dice il tenente colonnello Ivan Giorno, comandante il Reparto operativo -, che è quello di Giovanna Piras, con a fianco alcune boccette vuote di farmaci. Non abbiamo per ora sufficienti elementi per pronunciarci e tanto meno per muoverci in una particolare direzione. Senza il referto autoptico non possiamo fare alcuna ipotesi investigativa». La domanda non espressa riguarda proprio i farmaci: anche se si accertasse che sono stati la causa della morte, la donna li ha assunti volontariamente in dose massiccia o qualcuno l’ha costretta?

Il marito. Una domanda del genere trova giustificazione nelle vicende seguite alla scomparsa di Giovanna Piras. Il marito, Giorgio Garau, oggi 61 anni, è stato anche indagato per l’omicidio della moglie. L’accusa poi è caduta dopo un anno e otto mesi di indagini, con il proscioglimento totale e l’archiviazione del caso chiesta dal pubblico ministero Emanuele Secci, titolare dell’indagine che aveva visto i carabinieri lavorare a tempo pieno con l’apporto degli specialisti del Ris. Quando scomparve la moglie, l’uomo non era apparso preoccupato. A denunciare la scomparsa della bidella erano stati infatti solo i suoi parenti. Due settimane dopo, l’uomo aveva messo in giro la voce – raccolta anche dai carabinieri – che una notte, mentre lui dormiva pesantemente sotto l’effetto di sedativi contro il mal di testa, la moglie era entrata in casa e in cucina aveva bevuto un bicchiere di latte e fumato una sigaretta. L’uomo aveva raccontato che di mattina, quando si era svegliato, aveva trovato le tracce della presenza della donna. Il bicchiere e il mozzicone di sigaretta furono acquisiti dai carabinieri del Ris, ma il referto smentì il racconto: il Dna rilevato era quello di un maschio. E fu da quel momento che Giorgio Garau finì nel registro degli indagati per l’omicidio della moglie.

Violenza sessuale. Dopo il proscioglimento dall’accusa di aver ucciso la moglie, i guai con la giustizia per Garau sono ricominciati. Da agosto è in carcere per violenza sessuale nei confronti di una insegnante quarantenne da lui aggredita e palpeggiata mentre prendeva il sole nella spiaggia del Poetto.

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