La Nuova Sardegna

Il giallo della barista di Porto Torres, un ricatto dietro il suicidio

Il giallo della barista di Porto Torres, un ricatto dietro il suicidio

Si indaga sulla fine della 22enne che si è tolta la vita alla Maddalena: qualcuno la minacciava di diffondere foto e video

10 novembre 2017
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LA MADDALENA. Gli angoscianti segreti che hanno spinto al suicidio, domenica mattina, la giovane barista di Porto Torres sarebbero racchiusi nel suo cellulare. Una preziosissima fonte di informazioni, già nelle mani degli investigatori, sulle ultime settimane di vita della ventiduenne di Porto Torres che si era rifugiata nella abitazione di una amica, nell’isola di La Maddalena, per allontanarsi dai suoi incubi, due o tre persone che la ricattavano minacciando di divulgare video “rubati” tradendo la sua fiducia.

Una storia di ricatti e violenza psicologica che avrebbe travolto la fragile psiche della ragazza, che aveva pensato di aver chiuso la partita mettendo a disposizione di alcune persone (al momento ignote), il gruzzoletto che aveva messo da parte, un migliaio di euro. Una somma che, per timore delle conseguenze, avrebbe raccontato ad alcuni parenti e i colleghi, le era stata rapinata da due individui che l’avevano seguita di notte e, una volta dentro casa, l’avevano narcotizzata per portarle via il tesoretto.

L’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli uomini del nucleo investigativo del reparto territoriale di Porto Torres e i carabinieri di Olbia è che la ragazza, sottoposta ad una asfissiante richiesta estorsiva, abbia tentato di liberarsi dei suoi aguzzini mettendo loro a disposizione i propri risparmi, quindi si era allontanata da Porto Torres per lasciarsi dietro la cappa di oppressione che la tormentava da alcune settimane.

Lo spazio temporale intercorso sarà ora oggetto delle perizie tecniche che verranno disposte, nei prossimi giorni, dal capo della procura della Repubblica di Tempio Gianluigi Dettori sul cellulare e sull’iPad della ragazza, dai quali dispositivi informatici gli esperti recupereranno le conversazioni sui diversi social media (Facebook, WhatsApp e simili) che la barista intratteneva, anche suo malgrado, con coloro che l’avrebbero spinta al suicidio con il loro criminale comportamento.

Il capo degli uffici inquirenti della Gallura Gianluigi Dettori ha infatti aperto un fascicolo processuale contro ignoti per istigazione al suicidio, segno più che evidente che il percorso investigativo ha già imboccato una precisa pista che, a breve, dovrebbe portare alla identificazione di coloro che avrebbero spinto la ragazza a compiere l’estremo gesto. Alla base di tanta malvagità ci sarebbe la vile richiesta di danaro per evitare la divulgazione di alcuni filmati con immagini forse “rubate” alla ragazza. Nelle prossime ore i medici legali guidati da Roberto Demontis eseguiranno la perizia autoptica sul corpo della ragazza. Nel frattempo a Porto Torres sono diverse decine le persone chiamate in caserma per ricostruire i contorni, ancora oscuri, di questa tristissima vicenda. (r.re)
 

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