La Nuova Sardegna

Fordongianus, al setaccio le telecamere: nei video i killer in azione

di Enrico Carta
Fordongianus, al setaccio le telecamere: nei video i killer in azione

Una delle vittime centrata alla testa. Almeno due gli assassini che hanno agito

11 novembre 2017
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FORDONGIANUS. Dove non arrivano gli occhi umani, potrebbero essere giunti quelli elettronici. Il mistero del duplice omicidio dei fratelli Pier Paolo e Michelino Piras (i cui funeralki si terranno domani 12 novembre nella chiesa di San Pietro a Fordongianus alle 15.30), freddati all’alba di giovedì, ha forse un testimone tanto auspicato quanto inatteso. Le telecamere di videosorveglianza poste nello stabile all’interno dell’azienda agricola di Preca potrebbero aver ripreso gli assassini in azione – non ci sono dubbi sul fatto che il delitto sia stato commesso da più di un sicario –. Il loro obiettivo punta infatti proprio verso il cancello d’ingresso del podere, lì dove due killer nascosti dietro una siepe hanno fatto fuoco uccidendo in pochi attimi i due allevatori di 62 e 49 anni.

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La scena ripresa. È una speranza per i carabinieri della Compagnia di Oristano coordinati dal capitano Francesco Giola e del Reparto operativo provinciale agli ordini del colonnello David Egidi che hanno immediatamente inviato i filmati al Reparto investigazioni scientifiche di Cagliari. Le immagini sono infatti da “ripulire” prima di essere esaminate, però è certo che l’impianto sia di buona qualità e che all’alba di giovedì fosse regolarmente funzionante. Di più, era certamente orientato verso il cancello d’ingresso e quindi qualche momento della scena del crimine deve averlo per forza ripreso. Il fatto che le videocamere fossero funzionanti è stato confermato direttamente dal procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso che ha assegnato la conduzione dell’inchiesta al sostituto procuratore Marco De Crescenzo. La preoccupazione maggiore degli inquirenti è che i fari del fuoristrada con cui i due fratelli sono giunti nella loro azienda possano aver in qualche modo compromesso la qualità dei filmati.

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Interrogatori. Naturalmente non ci si ferma solamente all’esame dell’impianto di videosorveglianza né deve essere ritenuta una stranezza il fatto che un’azienda zootecnica ne sia dotata. Ormai è prassi, tanto più se in passato si è già subito qualche furto o qualche danneggiamento. Pier Paolo e Michelino Piras erano finiti nel mirino dei ladri di bestiame alcuni anni fa quando subirono il furto di una sessantina di agnelli. Andando più in là nel tempo, una dozzina di anni fa, a un capanno che si trovava all’interno dell’azienda era stato appiccato un incendio. Sono elementi scarni, indizi con una luce flebile per un’indagine complicata, ma da qualcosa bisogna pur partire e, come spesso avviene in questi casi, si cerca intanto più vicino possibile al luogo del delitto. Le perquisizioni e i controlli della prima ora hanno riguardato le aziende confinanti con quella dei due fratelli.

I confinanti. A confinare con la proprietà di Pier Paolo e Michelino Piras sono altre due aziende di allevatori originari di Ovodda. In una di queste, dimora un aiutante romeno assieme alla sua famiglia, il quale però ha riferito di non aver udito alcuno sparo nella sanguinosa alba di giovedì. O forse non ci ha fatto caso perché in fondo era un giorno di caccia e quindi sarebbe stato normale sentire uno o più spari. Altre piste non vengono scartate: ad esempio quella secondo cui Pier Paolo Piras potrebbe essersi attirato inimicizie per degli apprezzamenti non graditi a qualche donna. Ma per gli uomini dell’Arma al momento appaiono come elementi poco consistenti, al pari eventuali legami con la vecchia faida di Busachi, paese dove entrambi avevano frequentazioni e qualche parentela – una sorella è sposata proprio a Busachi –. La voce che il nome di Pier Paolo fosse finito nel lungo elenco di persone minacciate nell’ambito della vicenda della catena di omicidi degli anni ’80 viene ancora una volta smentita dai militari.

L’autopsia. Intanto, mentre i carabinieri proseguivano il loro lavoro alla ricerca di elementi che potessero indirizzare l’indagine nella giusta direzione, a Cagliari il dottor Roberto Demontis ha eseguito l’autopsia sul corpo di Pier Paolo Piras. L’esame ha confermato che l’allevatore è stato centrato da due fucilate, di cui una alla testa. Questa mattina verrà eseguita quella sul corpo di Michelino Piras, contro il quale a sua volta potrebbero essere stati sparati più colpi. Ciò conferma indirettamente che le fucilate sono arrivate da più armi contemporaneamente, con entrambi gli assassini posizionati sul lato destro del fuoristrada, dov’era seduto Pier Paolo Piras. Il fratello invece è stato freddato mentre si accingeva ad aprire il cancello, dopo esser sceso dal pick up. Non ha fatto in tempo ad accorgersi dell’agguato, così come immobile è rimasto Pier Paolo che non ha provato una fuga comunque improbabile prima di lasciarsi andare, esangue, sul sedile in cui, qualche istante prima era seduto il fratello.
 

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