La Nuova Sardegna

Duplice omicidio a Fordongianus, svolta nelle indagini: una pista porta ai due killer

di Enrico Carta
Duplice omicidio a Fordongianus, svolta nelle indagini: una pista porta ai due killer

Gli investigatori avrebbero indizi molto importanti

12 novembre 2017
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FORDONGIANUS. Due killer venuti da lontano. Forse il buio non è così fitto come appariva nelle ore immediatamente successive al delitto. Forse, al di là della luce che le telecamere di videosorveglianza possono regalare all’alba più oscura che Fordongianus ricordi, c’è dell’altro che gli inquirenti hanno cominciato a fiutare. Mentre a Cagliari veniva eseguita l’autopsia sul corpo di Michelino Piras, quella sul fratello Pier Paolo era stata completata venerdì, le indagini proseguono serrate e non si limitano al solo esito che potrà venire dai filmati dell’azienda di Preca dove i due allevatori di 62 e 49 anni sono stati freddati attorno alle sei del mattino di giovedì.

La sensazione è che ci sia una pista imboccata dai carabinieri della Compagnia di Oristano e dai colleghi del Reparto operativo con più decisione di altre e che sia la più semplice tra quelle ipotizzate in questi primi giorni seguiti al duplice omicidio. Dietro il delitto ci sarebbero le più classiche questioni legate al mondo agropastorale, questioni non troppo datate nate però in un ambito differente da quello di Fordongianus e che porterebbero ben più lontano dei vicini confini del terreno in cui Pier Paolo e Michelino Piras avevano la loro azienda di trecento capi.

L’autopsia di sabato intanto ha dato un’ulteriore conferma alle prime sensazioni. La scena del delitto e i movimenti degli attori all’interno di essa appaiono ora interamente ricostruiti dai militari coordinati dal capitano Francesco Giola a cui la procura della Repubblica ha affidato la conduzione dell’indagine – l’inchiesta è seguita dal procuratore capo Ezio Domenico Basso e dal sostituto Marco De Crescenzo –. Il palcoscenico del dramma è calcato da quattro persone: i due fratelli che arrivano col pick up di fronte al cancello dell’azienda e i due sicari che li aspettano nascosti dietro una siepe e camuffati dal buio che ancora oscurava le colline attorno a Fordongianus.

Se venerdì l’équipe del medico legale Roberto Demontis aveva chiarito che a uccidere Pier Paolo Piras erano state due fucilate, sparate quando l’allevatore era ancora dentro il fuoristrada, sabato l’autopsia ha fatto luce sugli ultimi istanti di vita del fratello Michelino, sceso dall’auto per aprire il cancello. Anch’egli è stato centrato da due fucilate in rapida sequenza. La prima l’ha colpito al braccio con la corsa del proiettile che è continuata sino al torace. Una volta a terra, l’assassino ha fatto due passi e sparato il colpo di grazia forse nemmeno necessario. Ma ovviamente chi era arrivato sin lì aveva una missione da compiere e non poteva permettersi di sbagliare, per cui la seconda fucilata è stata sparata al volto sfigurando Michelino Piras.

Conclusi gli accertamenti medici, le due salme sono tornate a casa. Fordongianus celebrerà oggi il loro funerale, alle 15.30 nella chiesa di San Pietro, in un clima quanto mai desolato, dove l’incredulità per tanta ferocia riempie ancora gli animi delle persone assai poco abituate a situazioni del genere.

Mentre il paese si stringe attorno ai familiari delle vittime del duplice omicidio, chi indaga prosegue per la sua strada. L’attesa maggiore è per la “pulizia” dei filmati contenuti nei file registrati dal sistema di videosorveglianza presente nell’azienda e affidati al Reparto investigazioni scientifiche. L’ottimismo sulla qualità delle immagini è molto alto e questo significa che per i sicari, per quanto mascherati o incappucciati, la speranza di sparire assieme al buio dell’alba nascente di giovedì mattina diventa assai bassa. Tanto più se alle immagini dovessero essere incrociati altri elementi. Che i carabinieri ne siano già in possesso sembra più di un’ipotesi tanto che in paese circolano voci insistenti sulle caratteristiche della coppia che ha imbracciato il fucile: uno solo dei due conosceva i fratelli Piras e, per regolare un conto in sospeso, si sarebbe servito di una spalla con una certa dimestichezza in “lavori” del genere. Voleva certezze, tra queste anche quella di sparire nella stessa ombra sotto la quale era arrivato assieme al secondo sicario. Ma forse non l’ha trovata.

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