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«Non è un prodotto di serie B serve una lavorazione complessa»

«Non è un prodotto di serie B serve una lavorazione complessa»

SASSARI. Un vino della tradizione che non può prescindere dal calendario. Il novello è un appuntamento fisso per gli appassionati dell’enologia. Lo è sempre stato, anche quando le cantine della...

12 novembre 2017
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SASSARI. Un vino della tradizione che non può prescindere dal calendario. Il novello è un appuntamento fisso per gli appassionati dell’enologia. Lo è sempre stato, anche quando le cantine della Sardegna sembravano accusare i sintomi della sbronza collettiva, arrivando a raggiungere un totale di produzione che superava le venti unità. Troppi per un mercato di appassionati che, ovviamente, non sopportava un offerta così massiccia. I conti, e le rimanenze stoccate in magazzino, hanno fatto rinsavire tutti e sul mercato sono rimasti solo i novelli migliori che, guarda caso, sono anche quelli che hanno una storia alle spalle.

Tra i pionieri della vinificazione del novello c’è la Cantina Sella&Mosca di Alghero che da anni produce il “Rubicante”: «Fino a qualche anno fa c’era un grande consumo di questo tipo di vino – spiega il direttore commerciale della cantina, Antonio Posadinu –. Poi le sue caratteristiche erano stata sminuite da persone molto influenti nel mondo enologico fino a essere classificato come un prodotto di serie B, mentre invece meriterebbe molta più attenzione». Dopo le “recensioni” negative, anche il novello di qualità è scomparso dai ristoranti pur continuando a essere consumato tra le mura domestiche: «Ma è un errore, perché è un vino strutturato – continua Antonio Posadinu – che si ottiene dopo una lavorazione complessa. Per fortuna dopo il crollo di qualche anno fa adesso il mercato si sta riprendendo e si va oltre alle richieste dello zoccolo duro dei consumatori abituali». Nella lista dei produttori che non hanno abbandonato il novello ci sono gli enologi della Cantina di Dorgali, patria del “ Santa Caterina”: «Siamo stati i primi a produrli e saremo gli ultimi a smettere, il più tardi possibile - spiega Antonio Casu, direttore commerciale –. La colpa della crisi è anche della grande distribuzione che lo metteva in vendita a prezzi di saldo appena arrivava sugli scaffali. Una scelta danno per la reputazione del prodotto e per tutto il settore considerato che dai market passava il 60 per cento della produzione. Il novello non è un vino scadente, anzi. Lo hanno capito bene in Francia , dove il novello è un fenomeno commerciale oltre che di costume». E a Dorgali hanno provato a scommettere proprio sulla comunicazione, oltre che sulla qualità: «Il novello deve essere legato alla tradizione e al territorio – conferma Casu –. Il Santa Caterina infatti ha una nuova etichetta che rimanda ai colori tipici della Sardegna e uno slogan che sintetizza la sua immediatezza: ieri era grappolo oggi è vino». (c.z.)



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