La Nuova Sardegna

Fratelli uccisi a Fordongianus, nuovi indizi sugli assassini

di Enrico Carta
Fratelli uccisi a Fordongianus, nuovi indizi sugli assassini

Al vaglio degli investigatori anche le telecamere dei paesi vicini. Proseguono intanto gli interrogatori

14 novembre 2017
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FORDONGIANUS. Interrogatori a tappeto e esame delle telecamere di videosorveglianza di tutta la zona. Gli inquirenti cercano quella tessera che completi il mosaico e consenta loro con certezza di arrivare a dare un nome e un volto ai due sicari e al mandante del duplice omicidio dei fratelli Pier Paolo e Michelino Piras. Ancora ieri i carabinieri della Compagnia di Oristano coordinati dal capitano Francesco Giola sotto la direzione della procura della Repubblica, hanno effettuato alcuni interrogatori. La loro attenzione però in questo momento sembra concentrarsi sui filmati delle videocamere sparse in vari paesi della zona.

Dopo aver estrapolato i file con i filmati contenuti nel sistema di videosorveglianza dell’azienda dei due allevatori assassinati a fucilate all’alba di giovedì scorso, adesso si va a caccia di quel dettaglio in più che faccia da punto di congiunzione tra tutti gli indizi sin qui raccolti. Si fruga quindi nelle telecamere dei paesi vicini e questo significa che i carabinieri cercano una conferma che trasformi i loro sospetti in una certezza. Il fatto che l’attenzione non si concentri su Fordongianus, ma sugli impianti di altre località conferma quel che già era apparso chiaro sin dalle fasi successive al delitto: i due killer, secondo gli inquirenti, hanno fatto un bel po’ di strada prima di arrivare al luogo dell’agguato e di andar via dopo aver compiuto la loro missione, probabilmente su ordine di qualcuno che aveva invece ben più stretti rapporti di conoscenza, e di attrito, con almeno uno dei due fratelli. Le telecamere possono quindi aver immortalato il passaggio dell’auto dei sospetti o mentre si recavano verso l’azienda di Preca oppure mentre riprendevano la via di casa ancora coperti dall’oscurità della notte. E siccome gli investigatori hanno un sospetto, se le telecamere di qualcuno degli altri paesi del circondario dovessero regalare quel riscontro, allora gli assassini e il loro mandante avrebbero davvero le ore contate.

Ormai non sembrano infatti esserci più dubbi sul fatto che le indagini stiano seguendo la pista del delitto su commissione. Qualcuno che aveva in odio uno dei due fratelli o magari entrambi avrebbe quindi deciso di liberarsene vendicando chissà quale oltraggio. A quel punto avrebbe chiesto un aiuto a persone di cui si fidava e che avrebbero garantito il successo dell’azione criminale. Stabiliti giorno e ora dell’agguato, avrebbe accompagnato nella zona i due killer fermando la propria auto a qualche centinaio di metri dai terreni dei fratelli Piras. A quel punto i due sicari avrebbero fatto un po’ di strada a piedi sistemandosi dietro la siepe che si trova a lato del cancello d’ingresso al podere. Una volta che Michelino Piras è sceso dall’auto il primo killer ha fatto fuoco: due colpi, uno al braccio e uno al volto che ha sfigurato l’allevatore. Quasi contemporaneamente il secondo sicario si è occupato di colpire Pier Paolo Piras che era rimasto seduto all’interno dell’auto. Poi la fuga, verso una destinazione forse non del tutto ignota.

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