La Nuova Sardegna

Emergenza maltempo, la Protezione civile: tutti i piani neve pronti entro l’anno

di Antonello Palmas
Emergenza maltempo, la Protezione civile: tutti i piani neve pronti entro l’anno

Graziano Nudda: «Più semplice affrontare le emergenze» In una piattaforma web le informazioni utili per i soccorsi 

16 novembre 2017
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SASSARI. «Entro la fine dell’anno tutti i Comuni dovrebbero aver presentato il piano di emergenza neve». A stilare la previsione è il capo della protezione civile sarda, Graziano Nudda. Secondo il quale in questo modo sarà molto più difficile che in futuro si ripetano situazioni di difficoltà legate alle precipitazioni nevose, non tanto come quelle delle scorse ore, risolte in breve tempo e senza grossi problemi, quanto quelle verificatesi lo scorso gennaio.

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Nell’elenco riferito ai dati del 21 settembre scorso, infatti erano ancora pochissimi i Comuni che si erano adeguati alla normativa del 2012, resa di fatto funzionale nel 2015 (dopo l’emanazione delle linee guida regionali e la creazione della direzione generale prociv), che prevede l’obbligo di caricare sulla apposita piattaforma web il rispettivo piano. «Ma sono tante le amministrazioni o le Unioni che nel frattempo si sono adeguate o che stanno completando le pratiche in questi giorni» L’importanza dei piani neve? «Nelle emergenze rendono tutto più semplice a chi deve intervenire – spiega Nudda –. La Sardegna non è certo all’anno zero nel settore delle emergenze, il buon livello è unanimemente riconosciuto, ma la presenza di piani tagliati su misura consente di muoversi in anticipo e con celerità».

In cosa consiste un piano? In generale quelli di protezione civile descrivono in maniera minuziosa il territorio, l’altimetria, le strade, i punti critici, le dighe, i fiumi, i ponti, le dighe, i canali tombati. I Comuni sopra i 600 metri sono tenuti a presentare anche un piano neve in cui specificano – ad esempio – le strade più critiche, quelle che ghiacciano, i problemi eventuali per raggiungere l’ambulatorio, l’elenco aggiornato delle partorienti e dei dializzati (se si prevedono strade bloccate per giorni, potrebbero spostarsi nei centri in cui c’è un ospedale). E poi le aziende degli allevatori; il Comune è in possesso dei cellulari di tutti i pastori in modo da allertarli per fare provvista di cibo per sé e gli animali, o spostarsi. Da elencare anche i punti di presidio, zone strategiche facilmente raggiungibili da cui è possibile avere il polso della situazione. I piani elencano anche i mezzi a disposizione o le ditte convenzionate da attivare per gli spazzaneve. «Noi abbiamo cercato di fare un piano molto agile e facilmente comprensibile – dice la sindaca di Fonni, Daniela Falconi – che presenteremo in queste ore alla Regione. E diviso in fasce di emergenza, a seconda del colore ci si attiva in una maniera. Siamo in grado di sapere dove sono le aziende e come è più facile raggiungerle, quali mezzi possono transitare in ciascuna strada. Il piano esiste già dal 2013, io non ero in carica, ma per motivi di vario genere non era ancora stato caricato».

C’è anche chi, come l’Unione Comuni Barbagia, il suo piano neve lo ha realizzato 10 anni fa e anche fatto funzionare con successo, in completa autonomia. «Anche noi stiamo aderendo al piano della protezione civile – spiega con un certo orgoglio il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau – ma ne abbiamo uno tutto nostro. Spendiamo 10mila euro all’anno per il sale e il magazzino dove conservarlo, e per gli incarichi alle ditte di spazzaneve e spargisale. Nelle stagioni difficili la spesa può lievitare a 25 mila euro. L’apporto della Regione è importante e ci aspettiamo più risorse, uomini e mezzi a disposizione. Ma è un fatto che quando ci fu l’emergenza di gennaio, noi eravamo pronti e non abbiamo dovuto chiedere aiuto a nessuno per spalare la neve».

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