La Nuova Sardegna

Doppia preferenza, ancora niente accordo

Doppia preferenza, ancora niente accordo

L’emendamento sulla parità di genere nelle liste rischia di affossare un’altra volta la leggina

17 novembre 2017
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CAGLIARI. Non ci saranno trucchi e neanche complotti, d’accordo, ma all’improvviso la doppia preferenza di genere ancora una volta sembra essere finita in trappola. Il ritorno in commissione della leggina non è servito per ora a smussare le differenze saltate fuori martedì in aula, col rinvio del voto di una settimana. A rimettere in discussione se non tutto almeno gran parte di una riforma che fino a qualche giorno sembrava scontata, è un emendamento. Ribattezzato l’emendamento della discordia, dovrebbe permettere non solo la possibilità di una gara alla pari fra donne e uomini al momento del voto, ma anche l’obbligo (si noti bene non più una possibilità, diventerebbe un’imposizione) che anche le liste dei partiti siano composte al 50 per cento da candidate e al 50 per cento da candidati. Però per far sì che questo avvenga in tutti gli otto collegi, i casi da risolvere sono due: il Medio Campidano da tre posti in lista, ed è questo il numero dei seggi assegnati a Sanluri e dintorni, dovrebbe passare a quattro, altrimenti sarebbe impossibile garantire il 50 e 50 di cui sopra. Poi c’è il caso Ogliastra, dove le liste sono composte da due soli candidati, è lo stesso numero dei seggi assegnati, ma con un’«offerta elettorale» così ristretta il voto rischierebbe di essere fin troppo controllato, e quindi la proposta è quella di raddoppiare i candidati, due donne e due uomini. Se questo è il contenuto dell’emendamento su cui sono d’accordo Pd e Forza Italia, più anche Campo progressista, il Partito dei sardi è contrario. E lo è con questa motivazione: modificare il numero dei candidati alla fine potrebbe alterare, il calcolo dei seggi assegnati con i resti. Ricostruzione però contestata da chi sostiene invece l’emendamento, con tanto di proiezioni dei voti ottenuti dai partiti nel 2014 sulle prossime regionali del 2019. Secondo questa simulazione, non ci sarebbero stravolgimenti e tutto rimarrebbe come quattro anni fa. Nonostante queste simulazioni, le posizioni contrapposte sono rimaste quelle di partenza. La maggioranza allargata non ha ritirato l’emendamento e lo stesso ha fatto il Partito dei sardi, che martedì scorso, in aula, si era presentato con un contro-emendamento destinato a far franare il primo. Come finirà? Ieri la commissione s’è conclusa con un nulla di fatto ma con l’impegno che «ci ritroveremo martedì prossimo poco prima della seduta del Consiglio». Ma la soluzione, o forse meglio il compromesso, non sembra essere all’orizzonte ed ecco perché la doppia preferenza di genere pare essere finita in trappola ancora una volta.

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