La Nuova Sardegna

Hiv, in un anno nell’isola 54 nuovi casi

Hiv, in un anno nell’isola 54 nuovi casi

L’allarme lanciato dalla Lila: «Ma c’è disinformazione, meno test e i pericoli vengono troppo spesso sottovalutati»

17 novembre 2017
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CAGLIARI. Nel 2016 nell'isola sono stati diagnosticati 54 nuove infezioni da Hiv. Un dato in calo, ma per Lila (Lega italiana contro la lotta all’Aids) questo decremento potrebbe essere causato dal minore numero di persone che fanno un test nei centri sanitari pubblici. I risultati degli esami effettuati negli ambulatori privati, infatti, non vengono divulgati. Oltre a questo c’è un altro problema in Sardegna. Molti non sanno di essere sieropositivi. In tanti arrivano in ospedale dieci anni dopo il contagio quando la situazione è grave e quando potrebbero aver infettato anche altre persone. Sono le cosiddette diagnosi tardive, pericolose sia per il malato sia per gli eventuali partner. E il problema riguarda soprattutto i giovani tra i 24 e i 29 anni, una generazione che non ha vissuto i tempi duri delle morti per aids e che hanno bisogno di essere educati e informati.

Sono queste le cifre illustrate da Lila Sardegna in vista della Giornata mondiale di lotta all'Aids, in programma il prossimo 1° dicembre. Con appuntamenti che partono domani fino al 24 novembre: nella sede di Cagliari chi lo desidera potrà sottoporsi gratuitamente al test rapido salivare. I volontari Lila per il secondo anno consecutivo si sono recati in undici scuole di Cagliari per spiegare ai ragazzi come comportarsi per evitare il contagio da Hiv e le infezioni sessualmente trasmissibili. Dal questionario anonimo online sottoposto ai ragazzi, il 44,7% degli intervistati – 17 anni di media – hanno avuto almeno un rapporto sessuale, di questi solo il 37% si protegge sempre con il profilattico, il 43,6% lo usa saltuariamente e il 19,4% non lo usa mai. Un'occasione per fare il punto della situazione sulle nuove strategie terapeutiche. «La campagna TasP , ossia la terapia come prevenzione, è un evento di straordinaria importanza, paragonabile in qualche modo all'avvento delle terapie antiretrovirali del 1996 per il suo forte impatto sulla vita delle persone con Hiv – ha detto Brunella Mocci, presidente di Lila Cagliari –. Grazie alle terapie in grado di azzerare la carica virale, le persone con Hiv in trattamento non solo possono avere una vita lunga e normale come chiunque altro, ma possono mettere al mondo dei figli sani e non sono in grado di trasmettere il virus ad altri». Lila Cagliari ha presentato anche i dati relativi alla ricerca collegata a EducAids. «Il nostro progetto purtroppo è osteggiato in diverse scuole statali per paura delle reazioni dei genitori – ha dichiarato Giacomo Dessì, responsabile scuola di Lila Cagliari –. I nostri dati evidenziano quanto per gli studenti sia importante ricevere informazioni sulla prevenzione dell'Hiv, in quanto solo la metà dei ragazzi si informa in famiglia».

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