La Nuova Sardegna

Il caso dei carabinieri trasferiti, il generale Tullio Del Sette indagato a Sassari

di Gianni Bazzoni
Il caso dei carabinieri trasferiti, il generale Tullio Del Sette indagato a Sassari

Il comandante generale è accusato di abuso d’ufficio: Roma chiede l’archiviazione

17 novembre 2017
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SASSARI. Porta fino al comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette l’indagine sul trasferimento di tre ufficiali dei carabinieri che per due anni ha impegnato la procura della Repubblica di Sassari e un gruppo di investigatori che hanno indagato sull’operato dei colleghi. A marzo il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu ha iscritto nel registro degli indagati il numero uno dei carabinieri per abuso d’ufficio in relazione ai trasferimenti del comandante provinciale di Sassari colonnello Giovanni Adamo, del capitano Francesco Giola e del luogotenente Antonello Dore, rispettivamente comandanti della compagnia e del nucleo operativo di Bonorva. Secondo l’accusa, i tre erano invisi agli organismi di rappresentanza dei carabinieri - il Cobar e il Cocer -; al comandante generale Tullio Del Sette è stata contestata anche l’omissione di atti di ufficio per non avere avviato tempestivamente i relativi procedimenti disciplinari nei confronti dei delegati “sindacali” che sarebbero andati ben oltre le loro competenze. Insieme a Tullio Del Sette sono indagati anche l’allora comandante della Regione Sardegna Antonio Bacile e il delegato del Cocer, l’appuntato scelto Gianni Pitzianti.

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Il 2 ottobre la documentazione è arrivata alla Procura di Roma e - dopo appena 4 giorni, con una decisione rapidissima se raffrontata con il lungo lavoro richiesto dall’indagine - il pm Francesco Dell’Olio e il suo aggiunto Paolo Ielo hanno firmato e depositato la richiesta di archiviazione per tutti gli indagati.

La vicenda era cominciata nel 2015 con una serie di contestazioni da parte dei comandanti della compagnia e del nucleo operativo di Bonorva nei confronti di alcuni militari. I rilievi riguardavano il non corretto utilizzo dell’abbigliamento in dotazione, ma anche atteggiamenti e comportamenti durante i servizi d’istituto. E poi un episodio grave accaduto a Pozzomaggiore con una operazione di servizio duramente contestata e dalla quale scaturiscono tentativi di “vendetta” nei confronti del luogotenente. Nel confronto era intervenuto anche il delegato del Cocer Gianni Pitzianti che si sarebbe schierato con la truppa. Il comandante provinciale Giovanni Adamo, invece, aveva difeso l’operato degli ufficiali. Risultato finale: trasferimento per tutti e tre, con il sindacato che sembra portare a casa una vittoria da esibire come esempio.

Parte l’inchiesta, le indagini vengono affidate al capitano Romolo Mastrolia (comandante della compagnia di Porto Torres). L’informativa si conclude il 20 marzo con l’accertamento concreto del “fumus dei reati”. Nella lettera trasmessa a Roma, e controfirmata dal procuratore capo di Sassari Gianni Caria, il pm Giovanni Porcheddu scrive che «non sono stati avviati neppure i procedimenti disciplinari previsti a carico dei responsabili». E nella comunicazione trasmessa ai colleghi della Procura romana è anche sottolineato che «le indagini svolte hanno fatto emergere che il trasferimento dei tre ufficiali venne deciso a seguito di una indebita intromissione nella scelta di esclusiva competenza dei vertici dell’Arma dei carabinieri da parte del Cobar Sardegna». Insomma, Cobar e Cocer non dovrebbero intromettersi su nomine e trasferimenti perché vietati dalla normativa. Invece l’avrebbero fatto «senza che i vertici regionale e nazionale dei carabinieri siano intervenuti per impedire o censurare tali condotte». L’ultima parola spetta ora al gip: dovrà decidere se l’inchiesta merita un ulteriore approfondimento o l’archiviazione.

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