In aumento le imprese al femminile
La dirigente dell’ente Cristina Deidda: ma le donne sono discriminate e soggette a ricatti
18 novembre 2017
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CAGLIARI. Le donne sono «penalizzate ancora e molto nei loro diritti fondamentali, in casa e nel mondo del lavoro». Direttrice regionale dell’Inps, Cristina Deidda ha parlato di donne nella relazione. Non poteva che essere così: qualche anno fa una delle sue impiegate, Marisa della Rocca, è stata uccisa dal marito, e la ferita è ancora aperta. Così, in una delle prime pagine lette, ha detto: «Voglio denunciare ogni forma di discriminazione e violenza contro i più deboli». Lo ha fatto con un richiamo continuo ai passaggi della vita quotidiana delle donne, che nel lavoro sono ancora fra le «categorie più a rischio». Sono quelle – ha detto – che più degli uomini «vivono ad esempio il peso insopportabile del precariato» e anche chi fra loro può dire di avere uno stipendio sicuro «è sottopagata con assegni più leggeri dal 15 al 35 per cento». Oppure a fine carriera riceve dall’Inps una pensione mensile che supera appena i 1.500 euro, mentre quella degli uomini è oltre i 2mila. Poi ci sono ancora e purtroppo i contratti firmati in bianco, quelli che in caso di gravidanza fanno scattare in automatico il licenziamento. In un Paese civile tutto questo non dovrebbe accadere. La ribellione delle donne è indispensabile, soprattutto perché «siamo proprio noi – ha detto Cristina Deidda – le più attive nel rilanciare l’economia». Un’impresa su cinque è guidata da una donna e in Sardegna le aziende al femminile sono ormai a un passo dalla soglia delle 40mila. «Sono segnali importanti – ha aggiunto – in una realtà sempre difficile e in cui il tasso di occupazione non dipende solo dall’età della lavoratrice ma anche dal fatto che abbia o meno dei figli». I correttivi sociali per evitare le discriminazioni sono quindi non solo «necessari ma indispensabili». Argomento ripreso dall’assessore al lavoro Virginia Mura. «La disoccupazione femminile è per fortuna in calo e aumentano le assunzioni di donne in quasi tutti i settori. Sono segnali di una ripresa economica timida ma che comincia a essere duratura e in cui proprio le donne hanno sempre più un ruolo centrale». Per poi affrontare un discorso ancora più ampio: «Il quadro macroeconomico ci permette di guardare al futuro con moderata fiducia, con la convinzione che la questione femminile sia una delle emergenze da risolvere molto in fretta». (ua)