La Nuova Sardegna

«In Sardegna le poche borse di studio erogate sono tra le più basse d’Italia»

di Gianna Zazzara
«In Sardegna le poche borse di studio erogate sono tra le più basse d’Italia»

La protesta degli studenti universitari. Gli importi stabiliti dalla Regione sono al di sotto dei minimi ministeriali. Mancano anche i posti letto: solo uno su 3 ottiene l’alloggio in una residenza

18 novembre 2017
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SASSARI. n Sardegna il diritto allo studio è una chimera. Gli importi delle borse di studio sono al di sotto dei minimi stabiliti dal ministero dell’Università e della Ricerca, e un universitario su 3 che ha diritto all’alloggio non lo ottiene perché non ci sono le residenze universitarie.

La protesta. Ieri, in occasione della Giornata internazionale degli studenti, gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per denunciare il grave stato di sottofinanziamento dell’istruzione pubblica con lo slogan “Università in rosso”. Gli studenti sardi hanno una ragione in più per protestare: le loro borse di studio sono tra le più basse in Italia, molto al di sotto dei minimi previsti dal ministero. «Siamo in piazza per chiedere di invertire la rotta», hanno detto Antonio Pala, dell’Unione degli universitari di Sassari, e Carlo Sanna, di Unica 2.0. Gli studenti di Sassari ieri hanno inscenato un flash-mob davanti al palazzo dell’università mentre quelli di Cagliari si sono riuniti in sit-in davanti alla sede del Consiglio regionale. «Chiediamo ai politici che stanno chiusi nelle loro stanze di aiutarci a realizzare i nostri sogni – hanno detto gli studenti – Vogliamo che gli importi delle nostre borse di studio vengano allineati ai minimi previsti dalla legge, che è di 5.200 euro l’anno, e che venga allargata la platea dei beneficiari, oggi limitata a chi ha un reddito Isee inferiore ai 20mila euro».

Le borse di studio. L’importo delle borse di studio – che vengono erogate sia in base ai meriti accademici che ai bisogni economici delle famiglie – viene stabilito dalle autorità regionali. «C’è una vera e propria forbice tra gli importi delle borse di studio in Sardegna e i minimi previsti dal ministero – ha confermato Michele Camoglio, presidente dell’Ersu di Cagliari – Per non parlare del divario con le regioni più ricche, come la Lombardia. In Sardegna gli studenti fuori sede, invece di prendere 5.200 euro l’anno, il minimo fissato per legge, devono accontentarsi di 3.780 euro. Inoltre, è ridotta anche la platea dei beneficiari. Mentre secondo le indicazioni ministeriali hanno diritto al sostegno economico tutti gli studenti con un reddito Isee fino a 23mila euro, in Sardegna il limite è di 20mila. Per non parlare dell’alloggio. A Cagliari su 1030 idonei quest’anno hanno trovato posto solo 607 ragazzi». E questo nonostante il drammatico calo delle immatricolazioni. «Negli ultimi 10 anni a Cagliari abbiamo perso 10mila studenti». Situazione analoga a Sassari. «Uno su tre non ha diritto all’alloggio – ha protestato Antonio Pala, dell’Udu – e quest’anno in 593 sono ancora in attesa di ricevere la borsa di studio». Sono i famosi «idonei non beneficiari», cioè studenti che per merito e reddito hanno diritto alla borsa di studio ma non la ottengono per mancanza di fondi. «È una situazione che negli ultimi due anni è stata risolta, sia a Sassari che a Cagliari – ha assicurato l’Ersu – Tutti gli idonei hanno ricevuto e riceveranno la loro borsa di studio». Anche se a volte questo avviene quando il corso universitario è già partito. «Un problema serio per molti studenti e le loro famiglie», ha sottolineato il rappresentante degli studenti di Sassari.

Sembra incredibile, ma la Sardegna, oltre ad avere una delle percentuali di laureati tra i 30 e i 34 anni tra le più basse in Europa – appena il 17,2% – e un altissimo tasso di abbandono al primo anno del corso universitario, dà ai ragazzi solo le briciole.

L’assessore. «Mi auguro che per il prossimo anno 2018-19 si trovino le risorse almeno per aumentare la platea dei beneficiari aumentando il limite Isee– si è augurato l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena – L’obiettivo è recuperare altri 6 milioni di euro dal Fondo Sociale Europeo. Anche perché l’istruzione è cruciale se vogliamo dare un futuro alla Sardegna e ai nostri ragazzi».

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