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Busia: «È un’opportunità per riequilibrare l’aula»

di Alessandro Pirina
Busia: «È un’opportunità per riequilibrare l’aula»

SASSARI. È una delle quattro donne della legislatura in corso. Appena 4 su 60 consiglieri. Neanche il 7 per cento dell’assemblea. Ed è proprio per colmare questo gap che Anna Maria Busia, eletta con...

21 novembre 2017
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SASSARI. È una delle quattro donne della legislatura in corso. Appena 4 su 60 consiglieri. Neanche il 7 per cento dell’assemblea. Ed è proprio per colmare questo gap che Anna Maria Busia, eletta con il Centro democratico e presidente del Gruppo misto, si batte per l’introduzione della doppia preferenza di genere. Insieme a lei c’è quasi tutto il Consiglio, ma la paura è che lo sia solo a parole. Il rischio è che il voto segreto possa capovolgere i pronostici come nel 2013.

Onorevole Busia, perché sì alla doppia preferenza?

«Per superare uno squilibrio che è sotto gli occhi di tutti. Ma proprio a tal proposito vorrei superare alcuni equivoci che, volutamente o meno, hanno condizionato il dibattito fin dalle origini».

Tipo?

«Il primo punto riguarda la facoltatività della doppia preferenza di genere, che non solo non è un obbligo, non vincola l’elettore, ma deve essere vista come ulteriore opportunità, come possibilità aggiuntiva. Chi va a votare può continuare a esprimere una sola preferenza, oppure se ritiene, se vuole cogliere l’opportunità, può indicare una seconda preferenza che deve essere di genere diverso rispetto alla prima. Questo strumento non è in alcun modo idoneo ad alterare il risultato elettorale; se lo strumento viene utilizzato porta sicuramente a un riequilibrio della composizione del Consiglio regionale, ma se non viene utilizzata, essendo meramente facoltativa, può permanere lo stesso squilibrio. Nessun privilegio, nessun vantaggio, nessuna riserva indiana, come impropriamente viene sostenuto da qualcuno».

Ma perché allora fa tanto discutere l’introduzione della doppia preferenza?

«Per una semplice ragione: il naturale istinto di sopravvivenza di chi cerca di preservare il proprio ruolo e non è disponibile a essere estromesso. Questo strumento funziona, ha dato ottimi risultati in tutte le regioni in cui è stato introdotto e nei comuni italiani con più di 5mila abitanti aumentando in maniera considerevole il numero delle elette. Tutti gli altri argomenti utilizzati per opporsi all’introduzione di questa possibilità ulteriore per gli elettori sardi è solo fumo negli occhi».

In questa legislatura siete solo 4 consigliere: con un’assemblea con più donne cosa sarebbe cambiato?

«Io credo che una maggiore presenza di donne avrebbe cambiato l’esito di alcuni provvedimenti. Noi ci accorgiamo subito di problemi che non vengono immediatamente percepiti dagli uomini, abbiamo un modo diverso di vedere le cose. Penso alle battaglie per i centri antiviolenza o il contributo che abbiamo dato sulla riforma sanitaria».

Oggi sarà il giorno del giudizio: ha paura del voto segreto?

«È stato creato questo gruppo con un presidente che dichiara apertamente di essere contrario alla doppia preferenza. Intorno, però, tutti i consiglieri hanno dichiarato di essere favorevoli alla sua introduzione, si sono spellati le mani, hanno fatto comunicati stampa parlando per sé stessi e per i gruppi di appartenenza. Se poi i numeri non coincideranno scopriremo che quei proclami servivano solo a crearsi un alibi».

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