La Nuova Sardegna

Accuse choc dal sacerdote: stop a questuanti aggressivi

di Stefania Vatieri

Nuoro, don Mariani attacca rom e migranti: accattoni che bivaccano in città

29 novembre 2017
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NUORO. «Non sono razzista, ma...». È stata sufficiente questa frase, inserita in un editoriale sui mendicanti pubblicato nella prima pagina del settimanale diocesano L’Ortobene, per mettere al centro delle polemiche il principale organo di informazione della Curia nuorese. O meglio l’opinionista che ha firmato l’articolo, il sacerdote Francesco Mariani, parroco della chiesa San Giuseppe, ex direttore della Caritas, laureato in sociologia, figura molto nota nel mondo dell’informazione (giornalista, è stato a lungo direttore di Radio Barbagia).

«Non so voi – ha esordito don Mariani sul giornale diocesano – , io ho provato grande disagio in questi giorni della novena delle Grazie, ad entrare in chiesa dovendo passare attraverso un cordone di questuanti», colpevoli di lanciare uno «sguardo feroce» a chi rifiutava la loro richiesta di elemosina. «Sono rimasto intimorito dalla loro apparente gentilezza – prosegue il prete –. Ho visto il ritorno alla grande di un clan di zingari (come debbo chiamarli?) che dopo aver devastato il campo di accoglienza pagato dal Comune di Nuoro con i nostri soldi e dopo aver ricevuto diverse denunce per furto, erano lì davanti alla chiesa delle Grazie a pietire e strattonare anziani e malati arrivati da ogni parte della diocesi». Le accuse contro la comunità rom presente in città continuano più avanti sulla stessa linea, quando il sacerdote rimarca l'ingratitudine dimostrata dal "clan" nei confronti della città, «dopo aver speso un bel po' per garantire la frequenza scolastica ai loro figli».

Ma il prete nuorese non ha peli sulla lingua anche quando parla di immigrati, tanto da definirli accattoni, talvolta autori di reati «che al cittadino qualunque costerebbero la carcerazione» e invece «ce li troviamo a bivaccare a Nuoro». L’editoriale si chiude con una sarcastica chiamata a raccolta di volontari per andare a fare i mendicanti, "sos pidores" come li definisce il parroco, davanti al Comune, alla Prefettura e alla Questura con l'obiettivo di provocare una reazione delle istituzioni, accusate di non intervenire di fronte a una situazione che, a detta del sacerdote, sarebbe diventata inaccettabile.

Le riflessioni di Mariani come prevedibile hanno suscitato un vespaio in città. Anche all’interno del mondo clericale non sono mancate le critiche, espresse in qualche caso apertamente verso un sacerdote schierato da tempo, a detta di alcuni, su posizioni decisamente conservatrici. Dall’ambiente ecclesiastico lo stupore, se non proprio l’indignazione, si è diffuso rapidamente sui social network. «Ho sperato in una ferma e generalizzata presa di posizione pubblica della mia città – ha scritto il segretario del partito indipendentista Liberu, Pier Franco Devias – ma al di là di qualche sporadico dissenso nulla si è mosso in merito al vergognoso redazionale firmato da Francesco Mariani. Diciamo che se non avesse fatto il prete sarebbe stato un valido concorrente di Salvini, se non per l’originalità delle idee almeno per la veemenza con cui le manifesta».

Il settimanale L’Ortobene torna sul caso nel numero in edicola oggi, pubblicando alcune lettere di indignazione tra le tante ricevute e una replica del sacerdote. Scrive anche il direttore Michele Tatti: «Eravamo perfettamente coscienti delle reazioni che avrebbe provocato l’editoriale sui mendicanti di don Francesco Mariani. Sapevamo benissimo che la forte provocazione, rafforzata dal contemporaneo resoconto sulla Giornata del povero, sarebbe stata interpretata in molti modi. Ma rivendichiamo la scelta di quella prima pagina semplicemente perché rappresenta le forti contraddizioni della nostra società, mondo cattolico compreso».

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