La Nuova Sardegna

la protesta a Sassari 

I cinquanta precari sardi del Cnr: «Adesso stabilizzateci»

I precari Cnr a Baldinca
I precari Cnr a Baldinca

SASSARI. La protesta dei precari del Cnr entra nella fase 2: dopo la richiesta di aiuto ai sindaci e ai consigli comunali, i lavoratori impiegati negli istituti di ricerca sardi si sono riuniti a...

29 novembre 2017
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SASSARI. La protesta dei precari del Cnr entra nella fase 2: dopo la richiesta di aiuto ai sindaci e ai consigli comunali, i lavoratori impiegati negli istituti di ricerca sardi si sono riuniti a Baldinca, vicino a Sassari, per partecipare in videoconferenza al dibattito con le altre sedi in cui si manifesta contro il precariato perenne nel Centro nazionale ricerche: Roma, Pisa, Palermo, Bologna, Firenze e Cosenza. I ricercatori sardi in attesa da anni di un contratto di lavoro vero sono circa cinquanta, rispetto alle 200 unità di ruolo, e sono sparsi tra Cagliari, Oristano, Ogliastra e Sassari, con quindici sedi afferenti a quattordici istituti.

I lavoratori hanno spiegato la difficile situazione in cui lavorano da anni e chiedono una mobilitazione «contro la Finanziaria in approvazione al Senato, che non prevede alcuna misura per il superamento del precariato nel Cnr e nessuno stanziamento di fondi per la stabilizzazione del personale precario». Un caso emblematico è proprio l'Istituto di Chimica biomolecolare di Sassari, dove tre ricercatrici portano avanti un lavoro sulla diagnostica tumorale con assegni di ricerca, senza certezze di impiego, di retribuzione e di paracadute sociali: niente malattia, niente maternità, ferie o disoccupazione. I ricercatori hanno affisso uno striscione all'ingresso della sede sassarese del Cnr sassarese e hanno annunciato di voler mantenere il presidio a oltranza.

L’iniziativa di protesta – preceduta da una richiesta formale di sostegno rivolta ai sindaci di Sassari, Cagliari e Oristano – intende informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle istanze alla base del movimento di protesta in un momento cruciale per il loro accoglimento. Se, difatti, le regole delineate dal decreto Madia per la stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni potrebbero rappresentare l’occasione per superare il precariato cronico in cui versano gli enti di ricerca, le misure in legge di bilancio non consentono le stabilizzazioni previste, per le quali servirebbe uno stanziamento ad hoc di 120 milioni di euro.

Il problema del precariato nel Cnr è nazionale: è stato calcolato che il 40% delle risorse umane del più grande ente di ricerca italiano, circa 4500 su un totale di oltre 11500 dipendenti, svolge da decenni attività di ricerca scientifica in Italia con forme contrattuali che la legge definisce precarie e atipiche.

Tra questi lavoratori precari, circa 2.000 hanno un contratto a tempo determinato, mentre i restanti 2500 lavorano con contratti distribuiti fra assegni di ricerca e contratti coordinati e continuativi.

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