La Nuova Sardegna

Villagrande, un fucile nel luogo dell’agguato

di Giusy Ferreli
Villagrande, un fucile nel luogo dell’agguato

Era nascosto nei rovi a poca distanza dalla strada sterrata in cui è stato ucciso Fabio Longoni

30 novembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





VILLAGRANDE. Il fucile rinvenuto nei giorni scorsi, a poca distanza dal teatro dell'agguato costato la vita all'allevatore di Villagrande Fabio Longoni, è forse quello usato dal killer? L'arma rinvenuta dai carabinieri della Compagnia di Lanusei che indagano sull'omicidio avvenuto nelle campagne di Santa Lucia potrebbe fornire elementi utili all'inchiesta del sostituto procuratore Nicola Giua Marassi? È ancora troppo presto per dirlo. Il fucile, nascosto nell'intricata vegetazione che cresce nelle campagne a valle del paese, verrà sottoposto agli accertamenti del caso. Gli esami dovranno stabilire se ha sparato recentemente e se è compatibile con i reperti balistici rinvenuti sulla strada sterrata dove l'omicida ha teso l'agguato, ferendo mortalmente l'allevatore 39enne e lievemente il suo socio, Daniele Angelo Conigiu (47). Difficile comunque saperne di più. Bocche cucite in Procura a Lanusei dove sin dalle prime battute gli inquirenti hanno scelto la linea del silenzio. Un'unica considerazione, a caldo: per gli investigatori la vittima designata sarebbe stata Conigiu. Il tragico fatto di sangue risale alla settimana scorsa. Mercoledì mattina, un uomo mascherato e con i guanti, ha atteso che l'Audi 3 bianca di Conigiu passasse come ogni giorno. Subito dopo l’agguato i due soci sarebbero scesi dalla macchina e avrebbero tentato disperatamente la fuga ma in direzione opposta. Per due ore di Longoni non si è saputo nulla. Parenti, amici e i militari hanno battuto palmo a palmo la zona prima di ritrovarlo cadavere, riverso tra la vegetazione a poche decine di metri dall’ovile di Niu Abila.

L’autopsia ha poi chiarito le cause morte: emorragia interna seguita alla recisione dell'aorta nella zona del bacino. Il ferito ha dato l’allarme solo dopo qualche ora dai fatti, dichiarando ai carabinieri di aver lasciato il cellulare in macchina, la stessa auto che nel frattempo era stata utilizzata per una rocambolesca fuga dal killer. Ritrovata a pochi chilometri in linea d’aria era stata passata al setaccio dalla Polizia scientifica.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative