La Nuova Sardegna

la testimonianza di chi la percorre quattro volte alla settimana 

Il primario: «Una strada da incubo tra camion e continue deviazioni»

di Alessandro Pirina
Il primario: «Una strada da incubo tra camion e continue deviazioni»

SASSARI. Ormai ne sa quanto un direttore dei lavori. Conosce ogni angolo della Sassari-Olbia, nulla sfugge ai suoi occhi, né i (pochi) passi avanti né i (troppi) rallentamenti. Rosanna Pes, primario...

03 dicembre 2017
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SASSARI. Ormai ne sa quanto un direttore dei lavori. Conosce ogni angolo della Sassari-Olbia, nulla sfugge ai suoi occhi, né i (pochi) passi avanti né i (troppi) rallentamenti. Rosanna Pes, primario di Cardiologia all’ospedale di Olbia, percorre la futura quattro corsie a ostacoli almeno due volte alla settimana. Quattro tra andata e ritorno. Una via crucis che va avanti da sette anni. Allora i lavori non erano neanche cominciati. Poi nel 2012 l’apertura dei primi cantieri e l’auspicio di vederla conclusa entro i tre anni stabiliti. Da allora però ne sono passati quasi sei e, volendo essere ottimisti, all’appello ne mancano ancora due. «Non vedo l’ora che arrivi quel momento – racconta la Pes –. Io faccio la Sassari-Olbia ogni lunedì e mercoledì al mattino presto. Ogni volta che la faccio controllo lo stato dei lavori perché non ne posso più di sopportare tutti questi disagi. Per chi come me la percorre spesso è diventata quasi un’abitudine, ma chi la attraversa per la prima volta rimane scioccato. Ci sono colleghi medici che ogni volta che devono spostarsi da Sassari a Olbia, o viceversa, hanno il terrore di prendere questa strada». Lotto per lotto. Rosanna Pes, dunque, è una esperta della Sassari-Olbia, quasi un’addetta ai lavori. «Ormai mi sento un direttore del cantiere – scherza –. Conosco la strada lotto per lotto. Il numero 3 tra Ozieri e Oschiri, per esempio, è quello che in quest’ultimo periodo sta creando i maggiori disagi. Percorrere tutti quei chilometri a una corsia con i paletti al centro è un supplizio, rischi di arrivare a destinazione con oltre mezz’ora in più di viaggio. Per fortuna ho letto che lo stanno per riaprire al traffico». C’è poi il lotto 6, tra Berchidda e Monti. «Quello è un grosso problema, perché è ben avviato ma i lavori ormai sono fermi da troppo tempo. Ma anche sul lotto 0 alle porte di Olbia, inaugurato pochi mesi fa, una parte della strada è bloccata».

Coast to coast a ostacoli. New jersey, nastri bianchi e rossi, deviazioni. La Sassari-Olbia è un vero percorso a ostacoli. «Solo facendola spesso impari a conoscerla, e magari azzardi qualche sorpasso poco ortodosso pur di arrivare al lavoro o a casa in tempi accettabili ma è veramente difficile – dice ancora la cardiologa –. Io mi muovo quasi sempre di mattina presto e trovo poco traffico. Ma basta un camion e devi affidarti alla pazienza, a cui noi sardi siamo abituati perché oltre quella non abbiamo altro. E peggio ancora va a chi viaggia di notte, perché cambiamenti e deviazioni sono all’ordine del giorno. E così sei costretto a fare quei 100 chilometri completamente disorientato. Non sai dove stati andando, non c’è illuminazione. Ultimamente mi è parso di capire che abbiano fatto una deviazione in un tratto della vecchia strada a due corsie. Me ne sono accorta l’altra sera mentre rientravo a Sassari. Ho preso una deviazione in cui c’era indicato solo Oschiri, e Sassari da nessuna parte. C’è un po’ troppa confusione».

Ministro. In questo scenario un po’ desolante Rosanna Pes si affida però a Graziano Delrio. «Mi fido molto di questo ministro, sarà che è un medico come me ma mi ispira fiducia. Ha parlato del 2019 per la fine dei lavori. Significano ancora due anni di attesa. Non è poco ma mi auguro sia davvero così: voglio vedere la Sassari-Olbia finita prima di andare in pensione».

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