La Nuova Sardegna

I vigilanti dei cantieri: «Non siamo stati pagati»

di Tiziana Simula
I vigilanti dei cantieri: «Non siamo stati pagati»

Salvaggio, titolare della Ol Securpol, si rivolge a Delrio: «Deve tutelare anche noi» Diverse le aziende di sorveglianza danneggiate dai guai delle ditte appaltatrici

04 dicembre 2017
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OLBIA. Travolti dai guai delle imprese appaltatrici, vittime di procedure e concordati preventivi che nulla hanno a che fare con il loro lavoro. Ma molto con il loro stipendio. Nell’infinita storia dei cantieri fermi della quattro corsie, ci sono anche gli addetti al servizio di vigilanza. Quelli che ventiquattro ore su ventiquattro, ogni giorno, per mesi e anni, hanno sorvegliato i cantieri della nuova Sassari Olbia. Nessuno ha mai parlato di loro. Lo fa adesso per i suoi dipendenti (e non solo), Domenico Salvaggio, 42 anni, titolare dell’istituto di vigilanza Ol Securpol (fondata nel 1998), che da quindici anni opera sul fronte della sicurezza privata a Olbia e in tutta la provincia. Lo fa all’indomani dell’annuncio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio sulla fine dei lavori, prevista entro il 2019. Data confermata anche dalla Regione.

«Sono davvero contento che i lotti della Sassari Olbia siano completati entro il 2019, ma vorrei far sapere al ministro che i cantieri fermi hanno creato gravi danni economici anche ad altri lavoratori, non sono a quelli dell’edilizia o dell’indotto. Delrio non si dimentichi delle aziende che hanno assicurato il servizio di vigilanza come la mia, o fornito altri servizi nei lotti. Sono lavoratori anche loro, al pari dei 450 che sono a casa senza stipendio e ammortizzatori sociali, per i quali il ministro si è impegnato per la loro tutela».

Solo spiccioli sono stati incassati finora dalla Ol Securpol per la vigilanza garantita giorno e notte nei lotti 6 e 5, il tratto tra Berchidda e Monti, dove i cantieri sono bloccati. L’azienda ha rischiato il tracollo. «Abbiamo subito un danno per oltre 100mila euro», attacca Salvaggio.

Un buco a più zeri che grava pesantemente nel bilancio dell’azienda olbiese. Che a fronte degli stipendi versati ai suoi dipendenti, non ha ancora incassato il dovuto dall’impresa appaltatrice per la quale ha svolto il servizio di vigilanza. I lotti 5 e 6 erano nelle mani della Tecnis, commissariata per mafia, poi, finita sotto controllo da parte del tribunale. Sulla grossa società nazionale pende ora il concordato preventivo, dopo essere finita prima in amministrazione giudiziale. Nei due lotti è subentrata adesso un’altra impresa, la Nuova Italiana costruzioni. L’istituto di vigilanza olbiese, travolto e danneggiato suo malgrado dalle vicissitudini della Tecnis, ha interrotto il servizio. E al ministro Delrio dice: «Ci siamo anche noi».

«Il mio è un grido di aiuto non solo per la mia azienda ma anche per le altre che hanno prestato servizi, rimaste imbrigliate in questa situazione – prosegue Domenico Salvaggio – Siamo pronti a raccogliere le proteste e a farci portavoce di fronte al ministro delle istanze di chi è stato danneggiato perché il governo ci tuteli. Cosa che non ha fatto finora».

La Ol Sercurpol aveva avuto l’incarico dalla Tecnis che aveva vinto l’appalto per i due lotti, a cui era seguita la verifica da parte dell’Anas. Nel 2015 iniziò il servizio di vigilanza nel lotto 6 e successivamente proseguì nel lotto 5.

«Ci sentivamo tranquilli, garantiti anche dalla presenza dell’Anas», dice Salvaggio.

Poi, l’impresa è stata sopraffatta dai problemi, finendo prima in amministrazione giudiziale e ora in concordato preventivo. «Abbiamo subito gravi danni – Ci sono tante imprese che oggi vivono in grave difficoltà, alcune sono state azzerate, fallite. Sono stati messi a repentaglio tanti posti di lavoro. Al ministro Delrio chiediamo di intervenire nella procedura concorsuale imponendo la tutela delle imprese danneggiate».

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