La Nuova Sardegna

Rosatellum, sei collegi da correggere

Rosatellum, sei collegi da correggere

Lula, Lodè e Irgoli sono con Olbia, ma dovrebbero tornare con Nuoro. Sotto esame il caso Oristano

05 dicembre 2017
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CAGLIARI. C’è un caso Sardegna nella trattativa in corso sui collegi del Rosatellum, la nuova legge con cui, a marzo, sarà eletto il Parlamento. Se sul proporzionale per la Camera non ci sarebbero più dubbi sulla suddivisione dell’isola in due, Cagliari, Carbonia e Oristano al Sud, Sassari, Olbia e Nuoro al Nord, sui confini dei collegi uninominali – sempre per Montecitorio – invece la discussione è aperta nelle commissioni affari costituzionali delle due Camere.

Nuoro. Nel decreto licenziato, a fine novembre, dal Consiglio dei ministri e che contiene la stessa mappa approvata pochi giorni prima dagli esperti dell’Istat, alcuni Comuni del Nuorese sono stati sparpagliati in collegi uninominali diversi da quello che fa capo al capoluogo barbaricino, il numero 2. Non è stata una suddivisione a caso, ma ripresa tale e quale da quelli che erano stati i confini disegnati nel 1993, per l’elezione del Senato. Ora la richiesta sarebbe quella di riaccorpare questi Comuni, ad esempio Irgoli, Lodè e Lula, oggi nel collegio di Olbia, con Nuoro. Lo spostamento non dovrebbe modificare il numero minimo di abitanti per collegio, è intorno ai 260mila, e «confermerebbe la continuità territoriale che già esiste».

Oristano. È questa la provincia che la commissione dell’Istat ha smembrato più di altre. Diversi Comuni sono stati inseriti nel collegio di Nuoro e tra questi Abbasanta e Macomerper ricordare i più grandi. L’ipotesi è che ritornino dentro i confini oristanesi, ma di contro dovrebbe esserci un trasloco alla pari di elettori, per evitare ogni possibile deroga al criterio della popolazione residente. Una soluzione potrebbe essere che Oristano non estenda più i confini elettorali fino a quelli della Provincia del Sud (è l’ex Cagliari, meno la Città metropolitana) e in particolare non si spinga a Muravera, San Vito e Villaputzu.

Provincia del Sud. Le perplessità, in questo caso, ruotano intorno alla suddivisione dei Comuni dell’Area metropolitana cagliaritana. L’esempio più clamoroso è questo: Selargius è nel collegio di Carbonia, mentre Monserrato, i due centri sono pressoché attaccati, in quello di Cagliari. La proposta potrebbe essere di far rientrare Selargius nel seggio cagliaritano, ma visto l’alto numero di residenti rischierebbe di essere svuotato fin troppo il collegio del Sulcis, a quel punto sarebbe sottodimensionato. Per lo stesso motivo Assemini ed Elmas, a pochi chilometri da Cagliari, rimarranno di sicuro ancora “sotto” a Carbonia.

I tempi. Sono molto stretti. Il Capo dello Stato dovrà firmare il decreto che disegna i collegi entro l’11 dicembre e quindi le commissioni di Camera e Senato hanno non più di una settimana per esprimere il parere e proporre le eventuali correzioni. È chiaro che i ritocchi non sono soltanto tecnici: dal perimetro più o meno allargato o ristretto dei collegi, può dipendere la vittoria di chi sarà in corsa per i sei seggi uninominali sardi. Gli altri undici deputati sardi saranno eletti, col proporzionale, nelle due macroaree del Nord, cinque, e del Sud, sei.

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