La Nuova Sardegna

Forestas, i dipendenti scendono in piazza

di Alessandra Sallemi
Forestas, i dipendenti scendono in piazza

Quasi 2mila persone a Cagliari per chiedere l’inserimento nel contratto dei dipendenti regionali

06 dicembre 2017
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CAGLIARI. Quasi duemila persone provenienti da Alà dei Sardi, Pattada Nughedu Santa Vittoria, Arzana, Lanusei, Allai, Iglesias, Nuxis, Guspini, Villacidro per mostrare i muscoli di Forestas sotto il palazzo del consiglio regionale e far capire che, un’agenzia regionale con 6mila dipendenti, responsabili di 220mila ettari di spazi naturali, che costa a ogni cittadino sardo 100 euro l’anno, non può stare così com’è ora: paralizzata. La protesta di ieri, organizzata dai sindacati indipendenti creati in pochi mesi dai lavoratori delusi dai Confederali, è sfociata in un incontro con il presidente del consiglio regionale, Gianfranco Ganau, i capigruppo in consiglio e il presidente della commissione riforme, Francesco Agus, i quali hanno promesso di varare al più presto quel che i dipendenti di Forestas chiedono da tempo. Si tratta di una leggina che li deve inserire tutti nel contratto per i dipendenti pubblici regionali, sottraendoli così al vecchio schema contrattuale studiato per le cooperative private della riforestazione che è, hanno spiegato ieri con toni accesi operai, impiegati e sindaci dei comuni che «hanno bisogno» della collaborazione di Forestas, assolutamente inadeguato per la missione pubblica affidata a questa struttura, riformata in agenzia regionale, ma inspiegabilmente lasciata in un settore contrattuale, l’ agro-forestale, che aveva come controparte le oggi disciolte comunità montane. Agus ammette «che è urgente procedere all’approvazione di questa legge, la scorsa campagna antincendio ha risentito della situazione interna di Forestas, e non ce lo possiamo permettere». Gli operatori di Forestas si occupano della salute dei boschi, sono parte della protezione civile, tutelano la fauna selvatica, seguono i vivai, tanti di loro hanno competenze tecniche riconosciute ma, dal primo febbraio 2017 la dirigenza, dopo un’ispezione della Guardia di finanza, non autorizza più le “mansioni superiori” per lavoratori che hanno realmente le qualifiche necessarie, ma sono inchiodati a un livello che consente loro al massimo di impugnare una piccola falce. Tutto si risolverebbe con il contratto regionale che inquadra i lavoratori secondo fasce più ampie. Alessio Saba, Gianluca Cinus e Alberto Atzori, animatori dei sindacati Confederdia, Sardirs e Snaf, attribuiscono responsabilità precise alla politica, sotto accusa per aver minimizzato, finora, i problemi che hanno rallentato Forestas fino a bloccarla del tutto. In corteo anche tanti sindaci. Angelo Sini, di Pattada: «Non capisco perché la politica ha spinto le cose fino a questo punto, perché si voglia tenere questi lavoratori a far niente». Francesco Ledda, Alà dei Sardi: «Noi comuni abbiamo bisogno del lavoro di Forestas». Michele Carboni, Nughedu San Nicolò: «Nei cantieri di Forestas c’è gente preparata». Francesco Mura, Nughedu Santa Vittoria: «Per noi Forestas è una risorsa». Pierandrea Deias, Nuxis: «Noi non abbiamo personale, è Forestas che ci aiuta».

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