La Nuova Sardegna

La riforma del Terzo settore scontenta tutti

di Francesco G. Pinna
La riforma del Terzo settore scontenta tutti

Dall’assemblea di Tramatza il volontariato sardo lancia l’allarme: centri regionali senza più poteri

07 dicembre 2017
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TRAMATZA. Giampiero Farru, storico presidente del Centro servizi per il volontariato “Sardegna solidale” non ha dubbi: «Dobbiamo tradurre in sardo una riforma che parla solo romano». Prima di lui e dopo di lui l'intera assemblea regionale delle associazioni di volontariato riunita ieri pomeriggio a Tramatza ha bocciato senza appello e con parole anche più dure la legge di riforma del Terzo settore che di fatto diventerà operativa già dal 1° gennaio del 2018.

«Una riforma centralista e accentratrice che toglie qualsiasi potere agli attuali Centri di servizio regionali e provinciali e lo concentra nelle mani di un Organismo nazionale di controllo (Onc) dove le associazioni di volontariato potranno contare solo su quattro propri rappresentanti contro i sette delle Fondazioni bancarie e i due del ministero e della conferenza Stato Regione» ha spiegato il consulente di Sardegna solidale Tiziano Cericcola aprendo i lavori presieduti dal giornalista Vito Biolchini.

«Gli attuali Centri regionali di servizio diventeranno dei semplici passacarte e le decisioni in materia di strategie e di ripartizione del Fondo unico nazionale saranno in mano all'Onc», ha specificato ancora Cericcola, spiegando che il Fondo unico rimane fermo ai 24 milioni messi a disposizione dalle Fondazioni bancarie (alle quali poi però lo Stato restituisce una grossa fetta) ma la platea degli aventi diritto di fatto raddoppia perché alle associazioni di volontariato si aggiungeranno tutti gli enti e gli organismi del cosiddetto Terzo settore.

Critico anche padre Salvatore Morittu, che ha sottolineato la necessità di “spazi di autonomia” perché «se comanda solo la burocrazia il nostro lavoro rischia di diventare inutile». Il francescano fondatore della associazione Mondo X Sardegna, che comprende la comunità di recupero e una casa per i malati di Aids, ha detto sì alla battaglia contro gli errori della riforma «ma senza trascurare le persone che stiamo seguendo».

Più duro il portavoce del Forum Terzo settore Fernando Nonnis, che ha ribadito i principi di “gratuità e solidarietà” che guidano il volontariato sardo ma anche espresso il dubbio che la legge di riforma del Terzo settore possa aprire la strada a fenomeni di “inquinamento” legati per esempio al sistema dei rimborsi spese che in qualche caso rischiano di nascondere forme di lavoro nero.

Deluso dalla legge nazionale di riforma, il mondo del volontariato sardo (più di 400 presenze ieri a Tramatza in rappresentanza di tutta l'isola) spera ora in una legge regionale. Lo ha detto Nonnis e lo ha ripetuto Farru, che però ha lamentato la totale assenza delle istituzioni, le quali pure erano state invitate, compreso il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Il governatore però si è fatto vivo pochi minuti prima della chiusura con una telefonata proprio a Farru. Per spiegargli che aveva delegato un assessore. Che però forse non aveva capito ed era andato da tutt'altra parte.

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