La Nuova Sardegna

influenza: l’appello dell’assessore 

Influenza, Arru invita i sardi a vaccinarsi: l’anno scorso solo 4 su 10

Influenza, Arru invita i sardi a vaccinarsi: l’anno scorso solo 4 su 10

Le vaccinazioni antinfluenzali sono il 10 per cento in meno della media nazionale, un risultato del tutto insoddisfacente

10 dicembre 2017
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SASSARI. Solo quattro sardi su dieci l’anno scorso hanno fatto il vaccino antinfluenzale. Più del 10 per cento in meno della media nazionale. Un risultato del tutto insoddisfacente, lontanissimo dall’obiettivo minimo del 75 per cento e da quello ottimale del 95. Anche perché la vaccinazione viene offerta gratuitamente, oltre alle classi di popolazione esposte a particolare rischio, anche ai cittadini di età pari o superiore ai 65 anni. Per questo motivo quest’anno la Regione ha deciso di investire in sensibilizzazione, stanziando 50mila euro per una campagna di informazione.

«Le vaccinazioni – afferma l’assessore alla Sanità, Luigi Arru – sono state uno dei più grandi successi della medicina, in grado di prevenire ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, tra i due e i tre milioni di decessi nel mondo. Grazie ai vaccini, alcune delle malattie più invalidanti e mortali sono state debellate e non conosciamo più le loro terribili conseguenze. Paradossalmente però, la scomparsa di queste malattie, grazie all’introduzione delle vaccinazioni, ha determinato la perdita di percezione, da parte della popolazione, dei rischi di queste e ci si è concentrati su quelli legati alla somministrazione dei vaccini. Il successo dei programmi vaccinali – spiega Arru – si fonda sia sulla protezione del singolo, sia soprattutto sul raggiungimento e il mantenimento delle coperture vaccinali a livelli tali da prevenire e controllare efficacemente la diffusione delle malattie infettive prevenibili con vaccinazione».

La situazione sarda, per quanto riguarda le coperture vaccinali in età pediatrica, è migliore rispetto a quella delle altre regioni italiane nel loro complesso, anche se, soprattutto con riferimento ad alcune malattie infettive (morbillo, parotite, rosolia e varicella), risulta inferiore alla soglia raccomandata del 95 per cento.
 

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