La Nuova Sardegna

Troppi ritardi per gli aiuti Pastori contro la Regione

di Antonello Palmas
Troppi ritardi per gli aiuti Pastori contro la Regione

Le polemiche sui risarcimenti al comparto ovicaprino, il 13 assemblea a Tramatza Floris (Mps): tempi inaccettabili. L’assessore Caria: già liquidate 3500 richieste

10 dicembre 2017
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Pastori sul piede di guerra sotto Natale, nonostante la tradizione e l’iconografia pongano la categoria tra i simboli della pace. Ma la rabbia è troppa e non c’è festività che tenga: sarà un fine d’anno con poca letizia, perché l’Mps ridà voce alla protesta del settore dell’ovicaprino sui ritardi nei pagamenti, affidando a facebook il messaggio nel quale dissottera l’ascia di guerra nei confronti della Regione e si dice pronta alla lotta. Una situazione surreale, dato che dall’assessorato all’agricoltura arrivano dati confortanti sull’erogazione degli aiuti. E così, mentre da una parte il Movimento pastori sardi annuncia una assemblea a Tramatza per mercoledì mattina e parla di mobilitazione, dall’altra l’agenzia liquidatrice Argea fa sapere che alle 13 di giovedì 7 dicembre erano state pagate 3393 domande per un importo di quasi 13 milioni e 390mila euro dei 45 milioni stanziati per la siccità e la crisi del mercato. Al 1° dicembre erano state evase 2579 pratiche, ciò significa che si procede al ritmo di circa 800 alla settimana, con quasi 10mila domande presentate a Laore. La procedura non è certo stata aiutata dai pastori – fa sapere la Regione – molti dei quali si sono mossi i forte ritardo con le domande (aperte il 16 ottobre), o producendo dati incompleti, o cambiando Iban, che ha costrettro la struttura a ritardare per intervenire sulle pratiche manualmente.

Felice Floris, leader del Movimento pastori sardi, ha un rammarico: «Riprendiamo una mobilitazione che abbiamo sbagliato a sospendere dopo la riunione dal prefetto» spiega, riferendosi all’incontro nel quale fu scongiurata la nuova grande marcia su Cagliari del 31 ottobre dopo che Mps ebbe garanzie precise sulla proclamazione dello stato di calamità naturale che avrebbe aperto le porte ai pagamenti, come in effetti avvenne di lì a pochi giorni. «Andava portata avanti a suo tempo» dice Floris, che parla di situazione «mai così disastrosa: siamo a dicembre inoltrato e non c’è un filo d’erba per il bestiame, sarà così fino a primavera. Quei famosi 13 euro a capo che sarebbero dovuti essere una piccola boccata d’ossigeno sono fermi nei cassetti per motivi burocratici, per il mancato pagamento dell’Inps o per la mancata presentazione delle fatture. Gli obblighi vanno rispettati, ma qui siamo in emergenza, la gente non ce la fa più».

Ci sarà una nuova grande manifestazione? «Sì, se il dialogo non basterà sarà guerra, inevitabile se chi arriva all’ovile trova la disperazione. E c’è anche la blue tongue a peggiorare le cose, problema irrisolto da 17 anni. Ora basta». I numeri forniti dalla Regione? «Sono bugiardi. Le domande istruite – risponde Floris – sono 9000, ma ne sono state pagate 3400. Molte non vengono presentate perché nelle associazioni di settore presso cui i pastori hanno la contabilità c’è chi fa terrorismo e scoraggia chi vorrebbe farlo. Ci sono un migliaia di domande ferme per problemi bancari e di altro genere, va bene. E le altre?» E parla di «un partito traversale che vuole il male dei pastori, se basta un funzionario o un dirigente a rovesciare una volontà politica».

Luca Maria Sanna, presidente regionale di Confagricoltura, è critico nei confronti di questa posizione: «Per esperienza posso affermare che mai ho visto una simile velocità tra predisposizione della norma e attuazione. Argea sta pagando e i dati sono buoni, credo che solo il 10-15% delle domande avranno un iter rallentato, com’è nell’ordine delle cose. Ci sono altre procedure per calamità, come quella per Cleopatra del 2013, mai chiuse. Come si fa a lamentarsi? Mi sembra che tra i pastori ci sia un’informazione a senso unico, quella per cui l’amministrazione non fa mai niente, ma la struttura si è spesa tantissimo, dando priorità a un settore nevralgico (e gli altri non sono di serie B). I 45 milioni divisi in così tante aziende non saranno una soluzione definitiva, ma sono pur sempre una iniezione di denaro fresco e un mese di attesa non è un dramma». I contributi Inps dalla cui regolarità dipendono gli aiuti? «Si continua a dire che la Regione avrebbe dovuto fare qualcosa, ma è una norma nazionale che viene applicata anche da Argea, su cui nessuno può intervenire. Succede anche per altri premi. Una pratica dolorosa ma obbligata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative