La Nuova Sardegna

Verso il patto di ferro tra Pd, Pds e Psd’Az

Verso il patto di ferro tra Pd, Pds e Psd’Az

Insieme alle Politiche si preparano anche per le Regionali

11 dicembre 2017
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SASSARI. La strada a sinistra somiglia sempre più a un vicolo cieco. Ma il Pd continua le grandi manovre per la corsa con un doppio traguardo. Prima le Politiche in primavera, poi le Regionali nel 2019. Una strategia di lungo respiro in cui le basi dell’alleanza per guidare la Regione si gettano prima delle politiche. Le frizioni a livello nazionale tra il Pd, Mdp e Pisapia inquinano anche il dialogo nell’isola.

La variabile. Ma in Sardegna c’è un’altra variabile, quella della galassia indipendentista. Per arrivare in Parlamento i piccoli partiti regionali hanno bisogno di un sostegno di uno nazionale. E il Pd lavora proprio su questo. L’alleanza con il Psd’Az e il Partito dei Sardi per le Politiche è a un passo. Psd’Az e Pds provano a dialogare per chiudere un accordo tra loro che nello stesso tempo apra le porte anche a un intesa con il Pd. Il congresso del Partito dei Sardi di Alghero è stato un segnale forte del fermento nel mondo indipendentista e di possibili convergenze. Le due segreterie sarde vogliono stringere un patto con quella nazionale del Pd. Questo da una parte consentirebbe ai Dem di incamerare nella coalizione il voto di una parte del mondo sardista. E ai partiti indipendentisti di mettere qualche rappresentante in parlamento. Un po’ quello che da sempre fa il Südtiroler Volkspartei.

La trattativa. Si è andati avanti a lungo a fari spenti. Ora l’accordo sembra vicino. Si discuterebbe anche su alcuni aspetti, come la possibilità di candidare alcuni rappresentanti dei partiti indipendentisti in collegi sicuri, magari a Roma o a Milano, in cui la grande concentrazione di immigrati sardi sarebbe il carburante naturale capace di spingere il partito anche fuori dall’isola.

Il resto della rosa. Il resto della coalizione è ancora in fase di costruzione. Un aiuto solido arriverà dal gruppo guidato dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che di questo gruppo degli Arancioni sarà uno dei testimonial nazionali, con lui anche il senatore Luciano Uras. Gli altri alleati sono ancora da scoprire. Ap nell’isola è quasi inesistente, poi ci sono i Centristi di Casini, i Radicali e i Socialisti. Ma i tavoli di confronto sono ancora aperti.

I nomi. Difficile entrare nei dettagli del totonomi in casa Pd. Quasi scontato che sui 13 deputati uscenti si ricandideranno in 12. Pare che solo Siro Marrocu abbia deciso di non ricandidarsi. Anche le dichiarazioni di Renato Soru, che ha negato qualsiasi interesse per un posto alla Camera, sembrano avere spianato la strada alla conferma di Francesco Sanna. Anche i senatori uscenti del Pd, Silvio Lai, Giuseppe Luigi Cucca, Luigi Manconi e Ignazio Angioni hanno un posto assicurato. Tra i possibili consiglieri regionali candidati si fanno i nomi sicuri di Gavino Manca e Salvatore Demontis. (l.roj)

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